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S. Angelo in V.
 
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Domus del Mito -
S. Angelo in Vado' | PU | sec I d.C.
Novembre 2013
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'Domus del Mito', Tifernum Mataurense, un eccellenza archeologica non visitabile e senza pubblico

Difficile da trovare e da visitare: non ci sono indicazioni e il sito è attualmente chiuso al pubblico. E' l'immagine sbiadita di un Italia ferma, senza più strategie ne fondi per i bb.cc., 'dialettica eristica' di un tesoro sommerso che ha come unica e possibile prospettiva la svendita a privati.

"La Domus del mito di S. Angelo in Vado, nel bacino del fiume Metauro, rappresenta dal dopoguerra uno scavo archeologico dei più importanti nelle Marche. Insieme all'area di Forum Sempronii a S. Martino del Piano di Fossombrone, costituisce un parco archeologico di eccellenza a livello regionale per la consistenza e l'ampiezza dei reperti ritrovati, tutti ancora da musealizzare. Si tratta del più importante ritrovamento archeologico venuto alla luce negli ultimi 50 anni e, l’elevato numero di figure per lo più legate alla mitologia classica, ne hanno coniato il nome attuale “Domus del Mito”. Il parco archeologico di Tifernum Mataurense è attualmente in via di espansione con gli scavi nell'area delle Terme romane in corso a cura dell'Università di Macerata sotto la direzione della Prof.ssa Emanuela Stortoni. Il cantiere per un importo complessivo di 400 milioni con il cofinaziamento dei fondi por e fesr prevede la creazione di un Museo e Parco archeologico accanto all'area di ritrovamento della Domus. Il sito rimane tuttavia attualmente non "accessibile" e l'intero inserimento museale è ancora incompleto e lacunoso. Partiamo dall'arrivo nella città di S. Angelo in Vado: non esitono cartelli, ne in paese ne a ridosso dell'area. Trovare il parco archeologico senza navigatore non è facile. Chiedere informazioni non serve, le indicazioni sono scarse o inesistenti. I cittadini non sentono questa monumentale presenza archeologica nella loro terra. Arrivati al sito, troviamo un area chiusa e non segnalata, con un solo piccolo gazebo all'ingresso e un cartello con numeri di telefono per la reperibilità. Il progetto di musealizzazione, nonostante l'esistenza anche di una buona Tesi del corso di Laurea in Ingegneria Edile e Architettura di Bologna (2011), non è stato mai completato: mancano pannelli espositivi, materiale didattico informativo, una campagna di promozione e disseminazione adeguata all'evento e al contesto museale. Il sito internet è di una sola pagina con testo in inglese. Non esistono istallazioni multimediali, ne in sito tantomeno nella città di S. Angelo In vado. Osserviamo quindi il perimetro dello scavo e le protezioni: chiuso con teli provvisori e scarsamente visibile anche in notturna su tutta l'estensione del parco archeologico. Un area anonima, scarsamente segnalata e di difficile "accessibilità".

(L.b.c.)

"Che il Campo della Pieve, a S. Angelo in Vado (PU) , conservasse nel suo sottosuolo una cospicua porzione dell’abitato della città romana di Tifernum Mataurense, era cosa nota ormai da diversi anni, da quando cioè una fortunata serie di fotografie aeree avevano mostrato con non frequente evidenza un fitto e articolato tessuto di strutture sepolte. Tale evidenza, suffragato peraltro dai risultati, non entusiasmanti ma decisamente probanti, di un ampio saggio esplorativo condotto nel 1999, aveva da tempo indotto l’Amministrazione Comunale a mettere a punto, insieme con la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, un ampio programma di scavo e valorizzazione, in vista de quale, frattanto, con determinante lungimiranza, l’Amministrazione Comunale stessa aveva acquisito al suo demanio l’area.L’occasione di rendere concreti tali intenti è stata offerta dai “progetti Docup-Obiettivo 5”, avvalendosi dei fondi europei amministrati dalla Regione Marche; ammesso al finanziamento dell’intervento, che prevedeva anche la musealizzazione e la fruizione al pubblico di una prima porzione dell’antico abitato, è iniziato per adattare gli interni alla nuova funzione."

Testo tratto dal Sito delo 'Comune di S. Angelo in Vado' - L.I.

A - Foto aerea di inquadramento dell'area archeologica della Domus del Mito, cerchio rosso. L.I. B - Planimetria complessiva dell'area archeologica.

"L'occasione di rendere concreti tali intenti è stata offerta dai “progetti Docup-Obiettivo 5”, avvalendosi dei fondi europei amministrati dalla Regione Marche; ammesso al finanziamento dell’intervento, che prevedeva anche la musealizzazione e la fruizione al pubblico di una prima porzione dell’antico abitato, è iniziato nello scorso autunno lo scavo archeologico, condotto sul terreno dalla Cooperativa Archeologica di Firenze, con la direzione scientifica della Soprintendenza. L’indagine, mirata su una certa area del Campo della Pieve sulla scorta di un’ulteriore saggio condotto nel 2000, ha rapidamente conseguito, possiamo dirlo, risultati eccezionali, mostrando prima di ogni cosa come certe scelte compiute congiuntamente dal Comune e dalla Soprintendenza fossero volte nella giusta direzione. Nell’area oggetto di scavo, infatti, ampia mq. 1.000 circa, si è messa in luce l’intera articolazione di una grande domus gentilizia eretta verso la fine del I sec. d.C., impreziosita da un ricco complesso di mosaici figurati, forse il più cospicuo venuto in luce nelle Marche da ormai diversi decenni."

Testo tratto dal Sito delo 'Comune di S. Angelo in Vado' - L.I.

"Tali pavimenti musivi, di buona e ottima qualità, e per lo più ottimamente conservati, esibiscono soggetti vari, che mostrano l’inserimento dell’antica città nella circolazione di cartoni e maestranze specializzate, e la presenza in essa di una committenza colta e raffinata. Mosaico di Bacco (particolare)Mosaico di Bacco (particolare) In quello che è il vestibolo campeggia “il trionfo di Nettuno”, che impugna il tridente, sul carro trainato da due ippocampi, accompagnato dalla sposa Anfitrite, mentre al di sotto nuotano i delfini; segue, nel probabile tablinium, un busto di Dioniso con la corona di foglie di vite, in un tondo centrale incorniciato da una raggiera di motivi prospettici, ed eleganti figurine femminili agli angoli. Nelle parte mediana della domus si apre un atrio-peristilio con mosaici geometrici, con basi modanate di colonne che sostenevano l’impluvium , con relativo pozzo al centro, intorno, variamente articolati, si dispongono almeno tre vani di rappresentanza."

Testo tratto dal Sito delo 'Comune di S. Angelo in Vado' - L.I.

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