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            Il 
              Festival della Creatività come le feste medicee del 
              '400 
               
              
            "Saper 
riorganizzare ciò che conosciamo per trovare quello che non conosciamo...guardare 
con occhi nuovi ciò che diamo per scontato"; con queste parole il filosofo dell'educazione George kneller definisce la "creatività". 
Essere creativi significa in altre parole ripensare la realtà che ci circonda, 
ricombinare in modo originale elementi già esistenti alla ricerca di nuove 
soluzioni, immaginare nuove possibilità non ancore concepite." - 
Riportiamo la citazione del n. 31 del magazine giovani del Comune di Firenze." 
            Nemmeno 
Pitti Uomo, la festa nazionale dell'Unità o la grande mostra su 
Leon Battista Alberti del 2006 patrocinata dal Ministero dei BB.CC. hanno 
mai radunato nella città dei fiori un pubblico da stadio come l'evento 
della Fondazione Sistema Toscana. 
            Intanto 
              l'operazione di marketing: l'evento 
              di comunicazione ha interessato un target generalista molto esteso 
              e ha coinvolto anche gli istituti scolastici della toscana. Cosa 
              rara a giudicare dei precenti eventi; una campagna pubblicitaria 
              estesa a tutto tondo. Quindi la risposta all'evento: nella sua seconda 
              versione questa parabola si colloca come paradigmatico fenomeno 
              sociale, la formula funziona, la voglia di temperie creativa 
              esiste, è molto radicata nell'immaginario popolare occidentale 
              e corrisponde in seconda battuta ad un fenomeno nazional-popolare 
              esteso. Una dinamica che richiama da vicino nei suoi etimi le categoria 
              del nuovismo futurista anni 10: colore, velocità, dinamica, 
              luminosità, sonorità, ma più in generale si 
              atteggia come uno scenario ludico completo. Il diritto all'evasione 
              e all'immaginario libero, onirico, modulare, un evasione esaustiva 
              che nonostante tutto non impegna la cognitività perchè 
              vuol essere divertimento puro, luogo di incontro, di ritrovo e di 
              riconoscimento dei ruoli sociali. 
            Quindi 
un evento delizioso e irritante, difficile da maneggiare questo cordiale, forse 
pletorico evento multimediale la cui gola poderosa sa articolare ogni sorta di 
voci: ambiguo e anche contradditorio capace di invenzioni straordiarie di intuizioni 
fulminee e inquietanti, di fantasie furibonde ed ilari; insieme inclina ad una 
corrività da mediocre libertinaggio dei sentimenti. Macchine parcheggiate 
su tutta la lunghezza del sottopasso della fortezza fino ad arrivare all'interno 
del parco, uno scenario sconcertante che ci fornisce il polso di una situazione 
riguarda i grandi eventi mediatici, la fame e il consumo di euforia, colori, dinamiche 
retiniche e sensoriali. 
            Una 
              dinamica alla Lewis Carrol dove il personaggio di Alice è 
              un catalogo di divertimenti, 
              una grande sala giochi, baraccone dagli specchi deformanti, instancabile 
              inventore di macchine illusorie , scatole ribaltabili e puzzles 
              matematici, giganteschi luoghi da gioco; carte e scacchi. 
              Consapevole arbitraria e insieme vessatoria facies delle 
              regole linguistiche, l'evento suggerisce nuove leggi combinatorie 
              destinate a celebrare totalmente il libero arbitrio. Un intreccio 
              narrativo tanto illuminante quanto l'esegesi della redazione del 
              tg3 che ha segnalato in Second 
              Life e l'epopea virtuale degli Avatar l'epitome 
              dei contenuti dell'evento. 
            Non 
              diversamente dalle faraoniche kermesse del divertimento del Quattrocento 
              mediceo il festival si configura come un alchemico strumento di 
              normalizzazione sociale in cui l'evasione è pianificata come 
              strategia politica: "Firenze era famosa da generazioni in 
              tutta Europa per la sua festosità: in nessuna città 
              si svolgevano tenti e tali spattacoli...".  
              Le feste, la distrazione e il divertimento, assumevano l'aspetto 
              di controllo della città configurandosi come puro strumento 
              di evasione. Nel nuovo millennio la fenomenologia della manifestazione 
              fiorentina, non diversamente dalla Firenze medicea, nega il diritto 
              all'informazione e alla controinformazione nonchè alla trasparenza 
              sulle importanti operazioni di speculazione immobilare di cui nessuno 
              parla che hanno interessato il cuore del centro 
              storico di Firenze. 
            Nella 
              kermesse solo un modesto 
              e inconsistente spazio sul territorio 
              ospitato nella Sala delle Colonne della Fortezza dal 
              titolo "Paesaggio toscano XXI secolo" visitato da baroni 
              universitari che fanno pubblicità alle ultime loro pubblicazioni 
              finanziate con soldi pubblici. Niente altro sulla città, 
              nessun interesse sul contenitore, sulla realtà delle 
              grandi trasformazioni che hanno interessato il patrimonio storico 
              per il quale le Soprintendenze non hanno esercitato alcuna facoltà 
              o volontà di tutela, tantomeno di informazione. 
               Abbiamo 
dunque il dovere di ricordare la lista dei mostri e la vergogna che investe l'amministrazione 
fiorentina. Ricordiamo 
i problemi aperti negli ultimi cinque anni che hanno attirato sul patrimonio della 
città dei fiori grandi capitali privati per imponenti speculazioni 
immobilari volte a sfigurare in maniera irreversibile il tessuto già compromesso 
dal dopoguerra del centro storico della città:
    - Il 
futuro del Complesso di Monte Uliveto
    
            In 
              attesa di una cortesa risposta o di una auspicabile presa di posizione 
              da parte dall'amministrazione fiorentina salutiamo cordialmente. 
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