Cerca in Limen
 
Articoli
Pianta centrale
Il laterizio
 
Circoli di Studio P.
Montopoli (PI)
Circolo integrato (PI)
S. Michele (PV)
S.M. a Monte (PI)
 

 

 

 

SS. Annunziata - Nunziatina
S. Miniato (FI)| sec XIV- XVII
2011
. -
. - ..
..

Chiesa della SS. Annunziata, "Nunziatina"- ex Oratorio a pianta centrale

"Più oltre sulla via Roma si trova la chiesa della SS. Annuziata, eretta secondo una iscrizione posta sulla facciata, nel 1522; annesso è il convento con un ampio cortile interno. In precedenza sul luogo sorgeva l'Oratorio delle trecentesca Compagnia della SS.Annunziata che, costruita la nuova chiesa, l'aveva donata ai frati agostiniani della congregazione di Lecceto già insediati a San Miniato in Santa Caterina. L'edificio, tutto in laterizio, ha una originale struttura a pianta centrale absidata con alto tamburo ottagono che nasconde la cupola. L'interno presenta un aspetto che si deve ai lavori di abbellimento compiuti tra Sei e Settecento a cura delle famiglia Roffia, tra le più eminenti della città. Ampliata l'area absidale, nel 1657, fu costruito il maestoso altare in pietra della Gonfolina che fa da cornice ad una annunziazione tardotrecentesca ad affresco. L'antico dipinto era stato trasferito in chiesa da un vicino tabernacolo esterno che si trovava accanto alla porta di ser Ridolfo; fu per secoli oggetto di grande venerazione attestata anche da alcuni ex voto che si sono conservati. Più tardi, nel 1663, il nobile Niccolò Roffia fece anche sistemare sotto la mensa dell'altare il corpo della martire Dorotea fatto venire appositamente da Roma, e ornò l'abside di tele di soggetto agostiniano e di un coro ligneo. Nella cappelletta laterale dedicata a San Nicola figura il "Miracolo delle pernici" tela firmata da Giovasnni Gargiolli e datata 1668" -

"San Miniato, il Valdarno Inferiore a la Valdera", Milano, 1999 - R. Toscana

Interno verso la scarsella

"La chiesa, comunemente chiamata "la Nunziatina", fu costruita nel 1522, sull'area di un edificio trecentesco, dalla omonima Compagnia, che donò agli Agostiniani Eremitani della Congregazione di Lecceto (Siena). Preso possesso nel 1525 della chiesa e dell'annesso convento, i monaci procedettero ad apportarvi importanti restauri e ampliamenti, tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo. Il vescovo Poggi la riconsacrò nel 1709. I monaci rimasero in questa sede fino alle soppressioni napoleoniche. L'aspetto attuale della chiesa risale alle ristrutturazioni tardoseicentesche. Ha la forma di un prisma ottagonale chiuso da una cupola emisferica. La parte inferiore della facciata è avanzata rispetto all'asse stradale. Sul lato destro della porta rifinita con modanature in pietra. un'iscrizione testimonia la data della costruzione (1522). La chiesa ha una pianta a croce con una tribuna per l'altare maggiore e dua cappelle ai lati. L'uso della pietra serena contrasta armoniosamente con il bianco celeste delle pareti. All'interno della chiesa si trovano dipinti del '500 e del '600. Gli affreschi nel catino della cupola e nelle volte delle cappelle laterali sono di Antonio Domenico Bamberini (sec. XVIII). Nella monumentale Sagrestia si può ammirare una statua in pietra di Sant'Agostino e una tavola raffigurante Santi Agostiniani, da attribuire a Giovanni Brina."

Veduta norda da via Roma

"Questa inedita categoria, non prevista nel Codice dei Beni Culturali, presuppone quella non meno inedita di "patrimonio culturale regionale": si straccerebbe così con una sola mossa l´art. 9 della Costituzione, secondo cui il patrimonio culturale è elemento costitutivo della Nazione, peraltro "una e indivisibile" (art. 5). Spezzettare il patrimonio e sbriciolare lo Stato è la stessa identica cosa. Qualche giorno dopo il ministro Bondi si vantò (giustamente) di aver ottenuto che il patrimonio storico-artistico fosse escluso dalle devoluzioni; ma non mancano tentativi di reintrodurre la norma. In ogni caso, che ne sarà del nostro paesaggio se "tutti i beni appartenenti al demanio marittimo e idrico" verranno dismessi dallo Stato (art. 5), perdendo la loro natura di bene demaniale? Per sua natura, il demanio marittimo e idrico è di proprietà pubblica perché comprende beni comuni di uso collettivo; ma il decreto Calderoli non prevede (come sarebbe possibile) il passaggio dal demanio statale a quello regionale..."

Salvatore Settis, Paesaggio costituzione cemento, Torino 2010

 

l i m e n i t a l i a - 2 0 1 6 - l i m e n - l i m e n i t a l i a - 2 0 1 6 - l i m e n - D I E S M N - p u
r e p e r t o r i o - n o t e b o o k s' - d a t a s h e e t s '
         

 

© 1999-2003 Limen A.P.S. via F. Marucelli 9 Firenze (FI) - Tutti i diritti riservati
Contattaci - Disclaimer - Pubblicità