|   "Le 
              considerazioni sintetiche qui svolte partono dalle osservazioni 
              e dalla ricostruzione del "sistema catenario" attualmente in essere 
              (se possibile, distinguendo ciò che è realizzazione ante - quem 
              rispetto alle "catene" dell'intervento Fond-Edile). Si ricordi che 
              gli interventi suggeriti assumono le risultanze geotecniche disponibili, 
              ponendo a criterio l'idea di reversibilità e d'intervento "non invasivo". 
              Possiamo distinguere l'intera fabbrica del Duomo in tre zone o corpi, 
              che hanno comportamenti e urgenze diversificate. Il 
              corpo della Cattedrale. Si può 
              sinteticamente dire che, dopo l'ultimo intervento della Soprintendenza 
              con l'integrazione di un sistema d'incatenamento alle navate della 
              chiesa, l'intero corpo non sembra presentare particolari urgenze. 
              Fermo restando l'opportunità di una revisione al paramento esterno 
              e il superamento delle corrugazioni pavimentali all'interno, in 
              prossimità del transetto. Non si suggeriscono e anzi si sconsigliano 
              interventi radicali, tendenti ad eliminare consolidamenti relativamente 
              recenti che, ancorché oggi non più condivisibili, comporterebbero 
              traumi per il corpo di fabbrica e costi non indifferenti. Per correttezza 
              e precisione va detto che non è stato possibile verificare le condizioni 
              della "tribuna" che conclude il transetto in alto: si riterrebbe 
              opportuno, con l'inizio dei lavori, fare una verifica. Le principali 
              categorie d'intervento sono sinteticamente elencate di seguito; 
               1. 
              Verifica e consolidamento del Tiburio, preferibilmente con un incatenamento 
              di presidio a carattere reversibile.  2. 
              Solidarizzazione di alcuni volumi sulla piazza al corpo della Cattedrale. 
               3. 
              Eliminazione per parti delle corrugazioni pavimentali.  4. 
              Ripresa generale degli intonaci e delle coloriture esterne.  5. 
              Rimontaggio di alcune parti scultoree ad oggi ancora smontate o 
              completamente staccate dalla parete.  6. 
              Controllo ed integrazione del sistema di raccolta e allontanamento 
              delle acque.  7. 
              Verifica e restauro dei serramenti di carattere artistico.  8. 
              Restauro dei volumi annessi alla Cattedrale, funzionalmente legati 
              per esercizio religioso.  9. 
              Realizzazione di un adeguato impianto parafulmine generale per la 
              Cattedrale e per la Torre Campanaria.  10. 
              Restauro pittorico interno.  11. 
              Restauro del Portale Meridionale.  12. 
              Ponteggi di lavoro e movimentazione dei materiali. Il 
              Portico sulla piazza. Occorre intervenirvi con priorità, 
              in quanto il dissesto strutturale appare abbastanza precario. Sarebbe 
              importante solidarizzare la quinta delle arcate ai sodi della parete 
              sinistra della Chiesa, ponendo precisa attenzione alle zone soggette 
              a nuove eventuali sollecitazioni di "taglio". Occorre riconsiderare 
              gli ancoraggi della cancellata, che oggi grava sulle colonne con 
              situazione di instabilità. Non sarebbe difficile rendere indipendenti 
              i cancelletti e l'inferriata, utilizzando quella attuale. Con l'occasione, 
              altrettanta priorità deve esser data al riancoraggio delle "mostre" 
              in pietra, prima all'interno della Cattedrale e poi smontate e fissate 
              precariamente alla parete interna del Portico. Le principali categorie 
              d'intervento sono sinteticamente elencate di seguito:  1. 
              Opere di presidio per l'intero corpo.  2. 
              Smontaggio dell'attuale sistema colonne - cancellata.  3. 
              Realizzazione, previo smontaggio e rimontaggio, di capisaldi autonomi 
              dalla cancellata.  4. 
              Solidarizzazione, con sistema reversibile - catenario, della quinta 
              del portico con la parete della Cattedrale.  5. 
              Ripassatura e solidarizzazione della trabeazione del sistema base 
              - fusto colonna -capitello - arco, con tecniche di microconsolidamento. 
               6. 
              Restauro delle parti scultoree.  7. 
              Smontaggio per parti e nuova solidarizzazione delle parti lapidee 
              e seicentesche della parete.  8. 
              Bonifica della muratura del fianco della Cattedrale per la successiva 
              solidarizzazione con le parti lapidee seicentesche.  9. 
              Restauro della gradinata di raccordo con la Piazza, mediante reimpiego 
              e reintegrazione dei gradini monolitici.  10. 
              Ponteggi di lavoro e movimentazione dei materiali La 
              Torre Campanaria. E' forse il problema 
              chiave dal punto di vista della fruibilità esterna della Cattedrale 
              Da troppo tempo giace in stato precario. E tuttavia, gli interventi 
              succedutisi nel tempo hanno consentito una ragionevole diagnosi 
              (stabilità fondale, spanciamento della parte basale conseguente 
              all'abbassamento, specie lato Sud, del piano viario preesistente, 
              che ha messo fuori terra strutture fondali con poco legante e scadente 
              definizione dei paramenti). Ciò peraltro a partire dal 1750, poi 
              riaggiornato ed ampliato nel 1903, quando sono stati fatti interventi 
              di centinature in piatte d'acciaio esterne, oggi inefficienti per 
              rotture nella loro continuità. Esiste già in opera un apprezzabile 
              "sistema catenario"; si tratta di rispettarlo, controllarlo e tornare 
              a renderlo efficace per la sicurezza. Nelle tavole allegate, nello 
              spirito di un intervento "reversibile", sono indicate possibili 
              modalità pratiche di intervento. Si tratta di realizzare dei telai 
              di profilati accoppiati (le cui caratteristiche qualitative sono 
              nei disegni) che gli sviluppi esecutivi potranno precisare, nella 
              prospettiva di un intervento di "miglioramento"- sismico. Tecnicamente 
              sono di facile montaggio e possono essere predisposte in officina, 
              dopo aver curato delle buone "sagome" in grandezza al vero. Nei 
              disegni sono indicate le "Contine di tipo A" e le "Contine di tipo 
              B", quest'ultime più leggere. L'eventuale ricostruzione della cuspide 
              (facoltativa ma auspicabile), con modalità "leggere" (telai metallici 
              con lamiera stirata, verniciata a fuoco, e non in muratura). potrebbe 
              costituire un apprezzabile segnale anche per la cittadinanza. Si 
              raccomanda la priorità della Torre Campanaria che, una volta liberata, 
              sarebbe di - sicuro gradimento ed apprezzamento. Le principali categorie 
              d'intervento sono sinteticamente elencate di seguito:  1. 
              Realizzazione del sistema di "cèntine primarie, tipo A".  2. 
              Realizzazione del sistema di "contine secondarie, tipo B".  3. 
              Ricomposizione e restauro delle arcate lapidee (oggi a pie d'opera 
              e da controllare).  4. 
              Controllo e rimessa in efficacia del "sistema catenario presente". 
               5. 
              Ricostituzione della continuità nel sistema basamentale della Torre. 
               6. 
              Ripassatura e microconsolidamento del paramento lapideo esterno 
              e interno.  7. 
              Posa in opera di grigliato antintrusione alle finestre zincate e 
              verniciate opaco tono scuro.  8. 
              Controllo e parziale ricostituzione degli "orizzontamenti".  9. 
              Controllo e restauro delle scale di collegamento.  10. 
              Ricostituzione con struttura leggera (ad esempio con lamiera stirata 
              verniciata a fuoco) ^ della cuspide terminale.  11. 
              Verifica smaltimento acque meteoriche.  12. 
              Messa in opera del sistema di monitoraggio (vibrazioni -e deformazioni) 
              per l'apparato C campanario.  13. 
              Ponteggi di lavoro e movimentazioni necessario.  In 
              particolare per la Torre Campanaria la Relazione conclusiva a suo 
              tempo Presentata cosi indicava. Il sistema di catene già presente, 
              storicamente accettabile, può considerarsi efficiente ed adeguato. 
              Occorre tuttavia ricostituire unità 
              alla platea fondale, attualmente irregolare per 
              gli scavi fatti; inoltre è necessario rimettere l'attuale sistema 
              in tensione, controllando soprattutto i capichiave e le flangiature 
              basamentali, oggi labili.  Infine 
              è da segnalare che, prima di liberare i ponteggi esterni, occorre 
              fare una sistematica revisione del paramento lapideo. Fra 
              i "maschi murari", utilizzando lo spessore delle imbotti, vanno 
              realizzati dei telai di profilati accoppiati, con interposta guaina 
              in PVC; sono da verificare coppie di profilato doppio T "H16A e 
              H12A; il contrasto con la muratura sarà assorbito dal PVC. Evitando 
              così altri fori ed ulteriori traumi, si procederà a ricomporre gli 
              archi attualmente labili o smontati L'intervento, che si propone 
              e che è reversibile, non incide sulla muratura e da continuità al 
              sistema delle aperture che sono le zone più deboli. Si tratta 
              di una modalità vicina al "miglioramento sismico". E così si concludeva. 
              Gli indizi raccolti, che saranno utili agli operatori chiamati agli 
              interventi di restauro, hanno fornito sia il quadro delle trasformazioni 
              via via operate sul Monumento, dall'impianto originario all'attuale 
              facies, sia la specifica di tipi, priorità, urgenze e costi di intervento. 
               Resta, 
              in conclusione, la questione del "soffitto ligneo dipinto", 
              cioè di una rilevante "opera d'arte", equivalente ad un grande polittico, 
              degno di altrettanta attenzione. La 
              sua conservazione nello stato attuale, in loco, è la soluzione meno 
              traumatica, la 
              più "quieta" dal punto di vista conservativo, ma comporta la 
              necessità di climatizzare (in termini di umidità, temperatura 
              e ricambi d'aria) e di illuminare il volume tra il tetto e la volta 
              della navata centrale. Un tale sistema impiantistico dovrà essere 
              valutato attentamente; esso potrebbe essere realisticamente realizzato 
              all'estradosso delle falde di copertura, con un nuovo volume tecnico, 
              idoneo a contenere le canalizzazioni degli impianti; inoltre tale 
              sistema comporterà la presenza di centraline che automaticamente 
              siano in esercizio con il monitoraggio di sonde interne al volume 
              e la necessità di garantire -con una manutenzione attenta e continuativa- 
              il funzionamento delle centraline e dell'impianto. Va anche detto 
              che tale conservazione continuerà a rendere inaccessibile ai più 
              la visione e il godimento di questa opera d'arte; soltanto qualcuno, 
              infatti, potrà accedervi, scavalcando i trasversi delle capriate 
              lignee e camminando sulle volte, perché nessuna autorizzazione è 
              immaginabile per l'accesso al pubblico. Ne, del resto, è ipotizzarle, 
              ai fini di una maggiore fruizione, l'ipotesi formulata molti anni 
              fa dal Soprintendente Dillon di "distruggere la volta che non presenta 
              aspetti d'interesse artistico" per mettere "m vista l'originale 
              travatura dipinta" e dare al monumento "una maggiore significazione 
              ed un più rilevante interesse".  L'attuale 
              organica redazione ottocentesca dell'interno non consente alcuna 
              mutilazione e sarebbe contraria ai criteri dell'attuale cultura 
              del restauro; inoltre con l'ipotesi del Dillon si innesterebbe una 
              nuova frammentarietà sulle pareti della navata centrale, assolutamente 
              inaccettabile per il pasticcio stilistico che verrebbe a configurarsi. 
              Inoltre è da dire che, allo stato attuale, non 
              esistono motivi strutturali o statici afferenti alla volta, tali 
              da imporre un intervento di questo tipo; peraltro 
              la Soprintendenza recentemente è intervenuta a presidiare e a garantire 
              l'attuale equilibrio della volta. Infine è da rilevare che la 
              parte dipinta del tetto ligneo non interessa gli elementi strutturali 
              delle capriate o cavalletti lignei, bensì il sistema delle tavole 
              additive, che sono state apposte con chiodature varie a quelle 
              stesse parti strutturali- Ciò comporta non solo l'analogia con l'idea 
              di polittico, ma anche l'eventuale smontaggio delle tavole dipinte, 
              comunque sopraggiunte e sovrapposte, sicuramente almeno mezzo secolo 
              dopo, alla struttura lignea portante. E insomma, per il fatto che 
              i due oggetti (struttura e tavole dipinte) non sono coevi, essi 
              comportano differenti problemi di restauro, di monitoraggio e di 
              conservazione. Per 
              la conservazione del soffitto ligneo, le principali categorie 
              d'intervento sono sinteticamente elencate di seguito:  - 
              Controllo e consolidamento della struttura lignea. - Verifica delle 
              prestazioni ed eventuale sostituzione dell'attuale copertura con 
              altra più idonea.  - 
              Restauro della decorazione pittorica su tavola con risanamento del 
              legno di supporto, velatura della superficie del legno a vista, 
              riadesione della pellicola pittorica, pulitura e reintegrazione 
              della pellicola pittorica.  - 
              Restauro degli stucchi settecenteschi con. consolidamento, adeguata 
              reintegrazione e pulitura. - Climatizzazione dei volumi (se necessaria). 
               - 
              Sistema di monitoraggio per la registrazione continua dello stato 
              termo- igrometrico. -  
              Formazione di una scala "protetta" in metallo per il collegamento 
              tra il primo livello e il sotto-tetto.  - 
              Revisione con miglioramento prestazionale della scala di collegamento 
              Chiesa, primo livello.  - 
              Creazione di un filtro a doppia porta tra esterno e interno.  - 
              Costituzione di un vano di sosta per lo studioso-visitatore nella 
              prima campata, con soppalco in legno per il calpestio e con vetrata 
              di isolamento.  
              - Collocazione di una stazione informatica che descriva il soffitto 
              ligneo nell'insieme e nelle parti. E' da segnalare infine l'opportunità 
              di consolidare l'estradosso della volta, di ripartire i carichi 
              in modo più uniforme possibile e di studiare la realizzazione di 
              un sistema strutturale a tiranti, cioè sospeso, anziché ad appoggio, 
              per il soppalco in legno menzionato sopra.   |