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Palazzo Busini - Bardi
'Luci in palazzo Busini'
Gennaio 2013
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Luci serali nel palazzo che diede origine al rinascimento dell'architettura e ospitò la Camerata dei Bardi

Brillano le luci serali in uno dei sontuosi 21 appartamenti al secondo piano nobile di palazzo Busini (Bardi). Un colpo d'occhio chiaroscurale quello del Canto degli Alberti detto anche alle Colonnine, all'incrocio tra via de' Benci e Corso Tintori. Una vista monumentale che unisce le luci notturne alla ricercata depandance del palazzo scandalo dell'immobiliarismo fiorentino. Un palazzo rimasto sempre chiuso e silenzioso negli anni dopo la bufera e l'interrogazione parlamentare del 2006. Dopo la tempesta una calma piatta, che fa di questo edificio un affascinante enigma del resort immobiliare internazionale. Finalmente troviamo vita nel palazzo nel cuore di via de' Benci. Per anni lo abbiamo sempre trovato buio, disabitato, inaccessibile, con la filippina delle pulizie condominiali che ci allontanava puntualmente alla richiesta di ingresso nel fantastico androne a crocere appena dietro il portone verso la strada. Per anni abbiamo creduto che i proprietari avessero acquistato questi appartamenti extra lusso solo per l'alta stagione estiva. Ricordiamo bene il citifono in strada che riporta solo numeri progressivi (1,2,3,4,..) tranne qualche caso (due) tanto da far pensare che gli investitori, (che hanno pagato milioni di euro per ogni pezzatura di appartamento), fossero solo stranieri e comunque non volessero essere visibili all'esterno del condominio."

"Abbiamo trovato la recensione di uno degli appartamenti del palazzo, che fu di Buono e Antonio Busini mercanti di lana, anche su 'vendo casa disperatamente', real time, digitale terrestre, definito il miglior portale immobiliare della rete. Una lettura piacevole e sopratutto spudoratamente commerciale del lotto in vendita: interni, vetrate, arredi kartell, tappeti, divisioni, bagni monumentali. Si parla anche delle caratteristiche condominiali con l'architetto dei render, (stanze da letto ricavate alla quota delle capriate). La puntata parlava delll'appartamento speculare a questo, lato sinistro. Una Paola Marella (architetto) che ci spiega, molto sommariamente, che il palazzo è del Cinquecento, questa si una grande stagione condominiale, che ospita attualmente tanti edifici a Firenze: l'Hotel porta Rossa, nell'omonia via, palazzo Taddei in via de' Ginori, palazzo Guadagni, palazzo del marchese Ginori Lisci. Un edificio piazzato mediamente alla stregua di tante palazzine resort, appartamenti di pregio in centro: garçonnière, "piede-a-terre, appartamenti con box auto, attici spettacolari vista duomo. Non si poteva aspirare di meglio.

Eppure della fabbrica, ancora di attribuzione brunelleschiana, di grande valore storico, costruita intorno al 1420-27, non rimane che la consultazione di una vecchia bibliografia anni '70, appunti di altri volumi che ci fanno vedere immagini in bianco e nero, o fotografie dell'Archivio Bardi o del vecchio Ginori-Lisci del 1972 (I palazzi di Firenze nella storia dell'Arte). Se vogliamo guardare da vicino uno dei meravigliosi capitelli a foglie d'acqua in pietra serena non ci sono altre possibilità. Già, perchè questo palazzo non è piu visitabile per nessuno, non ci sono orari di visita concordati, solo i proprietari degli appartamenti possono entrare e passeggiare nel cortile, vedere lo scalone, approfondire gli interrni arrivare alle ex stalle che danno su via Malenchini, affacciarsi al piano nobile, il secondo piano da cui si vede bene la torre di Arnolfo. Un destinazione d'uso che non si concilia più con la visita: un processo ormai irreversibile. Accontentiamoci di vederlo in biblioteca e sulle rare immagini web, l'edificio non sarà più visitabile nemmeno per motivi di studio. Lo scandalo del 2006 lo ha reso impermeabile, completamente inaccessibile alla ricerca, a tal punto da esigere da parte delle proprietà di non rischiare piu con nessuno che posso riaprire il caso con qualche fotografie del cortile o degli interni. Mettiamoci l'animo in pace, il Comune di Firenze e la Soprintendenza da tempo hanno chiuso il caso e non se ne parlerà più. Ringraziamo Domenici che ha consentito con la sua giunta la produzione delle DIA di tutti i permessi urbanistici e del responsabile della Soprintendenza (..) che ci ha spiegato assertivamente come un albergo non era in nessun modo una destinazione d'uso accettabile mentre gli appartementi si, lo erano, e rappresentavano l'unica speranza di recupero e restauro del palazzo.

L.B.C.

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