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Donato Bramante - PU
Cinquecentenario 1514-2014
Gennaio 2014
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Fortuna degli 'schemi bramanteschi' nell'architettura coloniale

"Le celebrazioni del Cinquecentenario della morte di Donato Bramante, ricorrenza di rilievo sul piano storico e culturale, a ridosso della sonora bocciatura di Urbino a Capitale europea 2019, sono l'occasione per l'Alta val Metauro, per un bilancio e una rilfessione sullo stato dell'Arte di un territorio di grande valore paesaggistico e storico-architettonico purtroppo sacrificato dal punto di vista delle presenze, delle strategie, e dei contenuti innovativi dell'offerta turistica. Questi dati, noti in particolar modo al pubblico internazionale e agli osservatori, riflettono in piccola scala un' ormai cronica realtà del Bel Paese sulla valorizzazione e sulla accessibilità dei bb.cc. Uno scenario poco confortante per il 2014, collocabile esattamente dopo la recente decisione ministeriale di ridurre definitivamente nei programmi l'insegnamento della storia dell'Arte, tutti dati che dovrebbero opportunamente far riflettere e confrontarsi in questa occasione con la grande eredità culturale del nostro paese riletta attraverso l'influenza internazionale di una delle figure più importanti del Rinascimento italiano."

Tavola sul tempietto di S, Pietro in Montorio. Universitad S. Pablo CEU, Madrid - ES.

"Soprattutto, questa ricorrenza 2014 del nuovo millennio, dovrebbe essere l'occasione per contestualizzare la straordinaria importanza di un Architetto e la Fortuna che questo autore rappresenta nel Nuovo mondo in riferimento allo sterminato repertorio di applicazioni degli schemi bramanteschi. Quest'aspetto poco noto e non sempre ricordato riguarda la figura di uno dei piu grandi interpreti dell'Officina Rinascimentale e rappresenta un diverso 'punto di vista' che pone l'analisi su una diversa scala rispetto a quella nazionale. Una lettura che pone l'accento sulla Fortuna dei testi architettonici bramanteschi e del fenomeno del 'Classicismo' nel mondo andando a ritrovare i suoi modelli primi, le sue fonti, i suoi autori che spesso si perdono esclusivamente all'interno di un immaginario scientifico e poco conosciuto, dedicato a mere pubblicazioni specialistiche. Una responsabilità culturale che misura una differenza, impone un confronto tra la straordinaria ricchezza della nostra storia e dei modelli nati nel passato in italia e lo Scenario attuale che mette il patrimonio culturale all'ultimo posto tra i finanziamenti e gli investimenti delle politica nazionale e locale. Questo in relazione alle strategie che gli altri paesi dell'UE, in primis Francia, Spagna, Catalogna, Germania e il Nuovo mondo sono in grado di spendere in innovazione, servizi, 'accessibilità' dei beni culturali rispetto alla capacità di investimento del nostro paese. Nel nostro caso, una Vallata quella del Metauro (sino ad Urbino), dove a fronte di un offerta ricchissima (sulla carta) di beni culturali i cittadini faticano non poco a capire che esiste una rete e un Sistema museale, dove ci sono scarse informazioni turistiche, non esistono orari di apertura serali, dove il tanto auspicato e decretato dalla regione Marche "Museo diffuso" non è stato mai di fatto realizzato e sopratutto dove non ci sono ancora infrastrutture efficaci: la Fano-Grosseto è lontana dalla fine dei lavori per il tratto con la Toscana, non esiste più una ferrovia dal 1986 e i mezzi di trasporto avvengono esclusivamente su 'gomma' con autobus e pulmann, difficili da utilizzare e con orari spesso poco gestibili se non irreperibili e dove basta una nevicata abbondante per paralizzare per giorni tutta la rete di trasporti.

(L.b.c.)

DAVID SOUBOURNE, alcune riflessioni di gennaio 2014 sulla condizione della "città"di urbino:

"Permettete per favore a uno straniero, che con sua moglie ha conosciuto Urbino dagli anni Sessanta. Si fanno molti discorsi in Urbino sul turismo... Però, nei tanti luoghi del mondo in cui mi sono trovato - come corrispondente speciale, per i giornali inglesi, in Europa dell'Est, in India, in Cina, in Afghanistan ed altri - Urbino è forse il meno ospitale di tutti....Non ho mai visto un cartello dove si legge "Benvenuti in Urbino". Nello stesso modo, ci sono tante chiacchiere sul tema dell'"internazionalizzazione". Ma pochi urbinati, pubblici amministratori inclusi, parlano inglese, la lingua internazionale. In Urbino, come a Roma, l'auto-referenzialità comanda. Parole, parole, parole - "progettualità" senza progetti, "apertura" mentre tutto rimane chiuso, "innovazioni" quando niente cambia - prendono il posto della sostanza; il poltronismo cancella la lealtà politica; e dietro le quinte c'è la corruzione, senza dubbi, ma di cui pochi osano parlare.. Lo scandalo di Santa Lucia ha creato un senso di orrore fra gli architetti internazionali che ne sono a conoscenza. E' stato un atto di violenza contro la stessa Urbino. Io ho visto personalmente il dolore nei visi dei passanti mentre una metà degli alberi in via Gramsci era in abbattimento. Ma è stato anche un cazzotto in faccia all'Unesco e al mondo. Solo individui senza senso civico o estetico avrebbero potuto permetterlo. Ma la brutalità di Santa Lucia può essere capita. Urbino, che presuntuosamente aspirava a diventare Capitale europea della cultura, è stata per anni nelle mani di persone prive di cultura. Adesso l'aria di Urbino è piena di retorica politica italiana, la retorica di "cambiamento"...".

Abstract restodelcarlino.it - "Io, straniero tra di voi, ora dico quel che penso" 01/02/2014

Planimetria del centro storico di Fermignano, sull'ansa del Fiume metauro, con la possente Toirre palaziale, che sovrasta la via maggiore e le sette viuzze del Castello.

"Nel 2014 ricorre il Cinquecentenario della morte del grande architetto Donato Bramante nato nel 1444 a Monte Asdrualdo presso Fermignano “castello” del ducato di Urbino. Per celebrare la ricorrenza, il Comune di Fermignano, sua città natale, ha attivato un progetto artistico - culturale che proseguirà con una serie di eventi fino al 2014. Presso il Museo dell’Architettura (Ex-mattatoio) sarà inaugurata una mostra dedicata alla sua infanzia, all’adolescenza e agli anni della sua maturazione alla corte di Federico da Montefeltro. E’ ricostruito l’ambiente quattrocentesco nel quale l’architetto è cresciuto, con delle fotografie dei luoghi e con la documentazione degli itinerari bramanteschi, con l’esposizione di medaglie coniate nel 1506 dal Vaticano, la medaglia falsa “Bramantes Durantinos”, una rara pubblicazione del 1647 “Le vite dei più eccellenti pittori, scultori ed architetti” del Vasari; incisioni della casa natale, un disegno inedito del 1530 della Basilica di San Pietro ripresa dalla medaglia del Caradosso ed una incisione del 1600 del tempietto di San Pietro in Montorio. Nella Torre Medioevale sono collocati i modelli lignei della cupola della basilica di San Pietro, il cortile del belvedere in Vaticano e il tempietto di San Pietro in Montorio."

Testo tratto dal sito del 'Comune di Fermignano' - "Bramante: anche i geni hanno cominciato da piccoli convegno del 2008."

Lo schema bramantesco, con podio bugnato e colonne binate della facciata di palazzo Ugoccioni in piazza della Signoria a Firenze.

"I personaggi illustri conferiscono al loro luogo di nascita un senso di identità. Anche Donato Bramante, che secondo lo storico tedesco Jacob Burkhardt, con Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello è tra i fondatori dell’”Alto Rinascimento”. L’architetto vide la luce a Fermignano (Urbino) nel 1444. Cresciuto e formatosi nel Montefeltro, nel 1477 Bramante partì per Milano per studiare – come dice il Vasari - lo stile gotico del duomo. Per capire il giovane Donato bisogna per forza parlare di Fermignano e della corte urbinate di Federico da Montefeltro. Poiché non esistono documenti dei primi 33 anni di Bramante, eccetto qualche raro atto notarile della famiglia, occorre adoperarsi come un commissario di polizia, esaminando gli indizi e le ipotesi dei vari storici dell’arte. È questo lo scopo che si prefigge la mostra “Bramante. Anche i geni hanno cominciato da piccoli. I primi 30 anni dell’architetto nel Montefeltro”. Bramante si è spento a Roma nel 1514. In occasione del Cinquecentenario della sua morte, il Comune di Fermignano organizza ogni anno un’ evento-omaggio. C’è da dire, però, che dopo mezzo millennio è rimasto ben poco di nuovo da scoprire. Nonostante due eccelsi studiosi di Bramante, quali Arnaldo Bruschi e Christoph Luitpold Frommel, siano saliti in cattedra durante un convegno organizzato dalla società PiQuadro, eravamo timorosi del concetto di “scientifico”. Tuttavia, noi siamo convinti che il 30 maggio, data in cui si alzerà il sipario della mostra, saranno portate alla luce parecchie cose non ancora conosciute."

Testo tratto dal sito www.cultura.marche.it - "Mostra su Donato Bramante 2008."

"E' ricostruito l’ambiente quattrocentesco nel quale l’architetto è cresciuto, con delle fotografie dei luoghi e con la documentazione degli itinerari bramanteschi, con l’esposizione di medaglie coniate nel 1506 dal Vaticano, la medaglia falsa “Bramantes Durantinos”, una rara pubblicazione del 1647 “Le vite dei più eccellenti pittori, scultori ed architetti” del Vasari; incisioni della casa natale, un disegno inedito del 1530 della Basilica di San Pietro ripresa dalla medaglia del Caradosso ed una incisione del 1600 del tempietto di San Pietro in Montorio. La mostra sarà occasione per apprezzare Bramante come Maestro Virtuale: la Microsoft ha scansionato tutti i progetti della Fabbrica di San Pietro, rilevando il modello in scala 1:30 Il modello più grande mai costruito nel Rinascimento sarà presente in forma digitale, come segno di attualità. Nella Torre Medioevale sono collocati i modelli lignei della cupola della basilica di San Pietro, il cortile del belvedere in Vaticano e il tempietto di San Pietro in Montorio."

Testo tratto dal sito del 'Comune di Fermignano' - "Bramante: anche i geni hanno cominciato da piccoli."

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Arch. Sir Inigo Jones, tavola di studio della facciata della Queen's House, con i noti riferimenti bramanteschi intrecciati con il repertorio di Andrea Palladio in palazzo Chiericati a Vicenza. Greenwich, England, 1616-1635.

 

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