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 Palazzo 
              Busini-Bardi non è un condominio "Si 
              può fare ancora qualcosa per il Palazzo Bardi di Vernio in via de' 
              Benci? La Città di Firenze davvero vuol lasciare alla speculazione 
              immobiliare un gioiello della cultura rinascimentale, unico per 
              le sue caratteristiche architettoniche e storico-culturali? Davvero 
              il salone che ospitò le riunioni della celebre Camerata dei Bardi 
              e nel quale ebbe origine il teatro musicale italiano e che fu sede 
              delle prime riunioni dell'Accademia della Crusca deve trasformarsi 
              in un salotto-cucina? In qualsiasi altra parte del mondo un simile 
              "bene", monumento nazionale, sarebbe stato valorizzato come centro 
              di cultura, museo, centro espositivo sul teatro d'opera. Ciò che 
              sta accadendo al Palazzo Bardi è un vero scandalo. Chi si assume 
              la responsabilità di tale scempio? "  Prof. 
              Alessandro Magini - Direttore Centro Bardi    Segnalazione 
              sul progetto di ristrutturazione e riuso in corso di Palazzo Busini-Bardi 
              in Via de' Benci Firenze - Nulla 
              Osta della Soprintendenza ai Beni Architettonici di Firenze  "I 
              beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti 
              ad usi non compatibili con il carattere storico od artistico, oppure 
              tali da recare pregiudizio alla loro conservazione"  Art. 
              11, capo II della n.1089 del 1\6\39 recepito dal Testo Unico n.490/1999, 
              art. 21 e art.20 Nuovo Codice dei BB.CC.  Noto 
              lo stato di progetto, vista la situazione del cantiere e le informazioni 
              arrivateci da professionisti, riteniamo doveroso segnalarVi una 
              discutibile ristrutturazione che riguarda un edificio di eccezionale 
              valore storico-architettonico del quale non si sono interessati 
              gli organi d'informazione:  
              si tratta del restauro non conservativo di palazzo Busini-Bardi 
              in via de' Benci a Firenze; edificio di attribuzione brunelleschiana 
              di inestimabile valore storico. Costruito intorno al 1420-27, rappresenta 
              una tappa fondamentale del rinascimento architettonico fiorentino 
              ed è riconosciuto come tale da generazioni di studiosi. Insieme 
              al coevo palazzo di Niccolò da Uzzano-Capponi delle Rovinate (Via 
              de'Bardi) rappresenta il primo esempio di "Cortile d'Onore" di un 
              architettura civile del '400. Il palazzo, in disuso da decenni, 
              meritava di essere acquistato da un ente pubblico e destinato ad 
              un riuso compatibile al sua carattere storico, non ultima la destinazione 
              a museo come accadde nel dopoguerra per palazzo Davizzi-Davanzati. 
              L'edificio è stato oggetto invece di un'ordinaria ristrutturazione 
              alla stregua di una comune condominio di civile abitazione. 
              I lavori sono stati iniziati con una DIA (Denuncia d'Inizio Attività 
              secondo il dpr n.380/2001 Art. 22 (L)comma 3) unitamente al nulla 
              Osta della Soprintendenza ai Beni Architettonici di Firenze e finalizzati 
              ad una mera speculazione immobiliare: ricavare 21 appartamenti 
              privati attorno al Cortile rinascimentale per il turismo d'elite 
              fiorentino, vedi pubblicità dell'iniziativa da qualche tempo online: 
              brochure 
              e web http://www.palazzobardi.com 
               Professionisti 
              in contatto con il cantiere ci hanno segnalato che si tratta di 
              un restauro verosimilmente distruttivo e che gran parte dei materiali 
              storici a partire dalle pavimentazioni stanno finendo in discarica. 
              Purtroppo non stupisce che i lavori possano consentire il frazionamento 
              in appartamenti di un edificio di attribuzione brunelleschiana, 
              rimane tuttavia sconcertante che la prassi del riuso dell'edificio 
              sia dettata esclusivamente dalle intenzioni del privato piuttosto 
              che da una necessaria supervisione della Soprintendenza e delle 
              Carte del restauro. Di questo costume abbiamo da tempo un corposo 
              archivio tutto italiano di cui stiamo cercando di dare documentazione 
              e pubblicazione. Tuttavia la cosa che ancora non ci è del tutto 
              chiara è come sia possibile che tutto il patrimonio di conoscenza 
              dell'università italiana con importanti professionisti del restauro, 
              storia e progettazione finisca per rimanere inerte se non addirittura 
              indifferente di fronte ad un cosi massiccio e generalizzato "assalto 
              al patrimonio" che gli anni della patrimonio spa e del nuovo codice 
              sui bb.cc hanno rilanciato in forme cosi proterve e monumentali 
              ?  Vi 
              chiediamo pertanto di dare seguito a questa segnalazione 
              perché questo "buco nero "possa trovare luce e rappresentare un 
              caso ripetibile di trasparenza ed informazione per altre amministrazioni 
              ufficialmente "sensibili alla tutela del patrimonio".  
              Lorenzo Pagnini responsabile beni culturali Limen    Sottoscrivono 
              il presente appello:  Prof. 
              Alessandro Magini - Direttore Centro 
              Bardi Paolo 
              Cecconi - Sindaco di Vernio, (PO)  Prof. 
              Roberto Gargiani - École Polytechnique Fédérale de Lausanne Prof. 
              Giovanni Fanelli - Università di Firenze  Prof. 
              Francesco Paolo Fiore - Università La Sapienza Roma  Prof. 
              Donatella Calabi, Università IUAV di Venezia  Prof. 
              Jens Niebaum - Bibliotheca Hertziana Roma Prof. 
              C. L. Frommel - Bibliotheca Hertziana Roma Studio 
              Gio.Ve. - Bologna SIPBC 
              - Società Italiana Protezione Beni Culturali     |