Conservazione Albergo "Terme" via Niccolini n.29 S.Giuliano Terme (PI)
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Scheda Storica
Proprietà
S.C.I.P.
Superficie mq
2179
Data asta
25 feb 2003
Vincolo
Vincolato ai sensi del D. Lgs. 490/99
Prezzo
Euro 464.812
 
Bibliografia
Tutela del patrimonio
Progettazione
Multimedia
Credits
 

 

Scheda

Proprietà : S.C.I.P. /Tipologia: Edificio a destinazione terziaria Superficie mq 2179 (Mq. Commerciali) / Data asta: 25 feb. 2003 / Vincolo: Vincolato ai sensi del D. Lgs. 490/99 / Prezzo: Euro 464.812/ Fonte: Pirelli Commercial Agency

"Il comodo dei bagni che sono distanti una mezza lega dalla città , vi richiama molti forestieri sanissimi e allegri che vengono, come è solito de’ bagni a divertirsi… Vi è un bel canale per cui si va in barca dalla città al Bagno e si ritorna: occasione di molti deliziosi diporti ….io conosco vari bagni sì di Germania che d’Italia e di Francia, ma non ne conosco veruno che abbia l’aria più allegra di questo” Lodovico Bianconi in una lettera al principe Enrico di Prussia.

Dai Medici ai Lorena

Già note nell’antichità, ristrutturate agli inizi del Trecento, le Terme furono coinvolte da un radicale ristrutturazione e progettazione a partire dal periodo lorenese che inizio dopo la morte dell'ultimo erede della casa Medici Giangastone nel 1738. All'interno di un ampio progetto di riorganizzazione e risanamento della pianura pisana si inserisce il grande progetto di promozione delle Terme: 1) valutazione dell’efficacia terapeutica delle acque e loro promozione, dando incarico a medici qualificati di stendere relazioni sulle loro proprietà; 2) ristrutturazione dei bagni e costruzione di nuovi edifici, nonché reperimento dei fondi necessari; 3) incentivazione alla fabbricazione di case e botteghe da parte di privati.

Variazioni dal 1935

"Il decreto legge del 1935 sanzionò all’art. 81 che nei casi in cui poteva essere evitato o ritardato il processo d’invalidità degli assicurati, ovvero potesse essere attenuata o eliminata l’invalidità già accertata mediante opportune cure mediche o chirurgiche o con il ricovero in idoneo istituto di cura, l’INPS avrebbe potuto adottare tali rimedi, assumendo a suo carico le spese del trattamento sanitario e del ricovero e, all’art. 83 autorizzò l’Istituto stesso a gestire in proprio stabilimenti termali. Fu così che le Terme di San Giuliano uscirono dal mercato, chiudendo i propri cancelli alla clientela privata e subirono un processo di trasformazione strutturale che, di fatto, devastò la meravigliosa architettura di Ruggeri e Pellegrini, realizzando un complesso di natura para-ospedaliera e salvaguardando dallo scempio solo le facciate esterne, progettate nel 1744 dagli stessi architetti su incarico di Francesco Stefano Lorena, Granduca di Toscana. Furono realizzate 28 corsie di tipo ospedaliero con servizi igienici comuni collocati nelle due ali del fabbricato, con una ricettività da sei a dodici posti letto per ciascuna. Furono, altresì, coperti i cortili interni dei Bagni di Levante e di Ponente, rivoluzionando il planivolumetrico del 1742, con la conseguente distruzione e sepoltura dei vecchi Bagni Granducali, di cui oggi restano due unità sommariamente protette da una vetrata con profili di anodizzato, nei Bagni di Levante. Fu così che la concessione delle cure termali rientrò tra le prestazioni facoltative dell’Ente e di tale opportunità l’INPS si avvalse sempre più ampiamente, sino a realizzare un complesso di cinque stabilimenti termali in proprietà a gestione diretta (San Giuliano, Salsomaggiore, Battaglia, Viterbo e Fratta Terme), per un totale di 1680 posti letto, ed ad inviare alle cure balneotermali nei propri stabilimenti ed in quelli convenzionati, un consistente numero di assicurati. (Fonte archivio del Comune di S.Giuliano Terme PI)

Arch. "Fascista"
Albergo "Terme" 1935

Fig. 1 - Albergo Terme veduta della torretta su strada da via Niccolini. L'edificio attuale è in stile "novecento" , un dialetto particolarmente praticato all'interno dello stile littorio fascista. La sua costruzione risale al 1935 . Presenta un corpo centrale con torretta curvilinea da cui si accede alle due ali laterali. L'edificio è il risultato di una radicale ristrutturazione del precedente edificio termale del '700 facente parte dei padiglioni dei bagni termali di S. Giuliano. Prezzo: Euro 464.812

Fig. 2 - Albergo Terme, fronte principale dell'ingresso con la torretta. Il processo di trasformazione strutturale che, di fatto, devastò la meravigliosa architettura di Ruggeri e Pellegrini, realizzando un complesso di natura para-ospedaliera.

Fig. 3 - Albergo Terme, scorcio da via Niccolini verso l'ala ovest. Nel 1935 furono realizzate 28 corsie di tipo ospedaliero con servizi igienici comuni collocati nelle due ali del fabbricato, con una ricettività da sei a dodici posti letto per ciascuna

Fig. 4 - Albergo Terme, scorcio dell'ala ovest da via Niccolini con il verde pubblico. Furono, altresì, coperti i cortili interni dei Bagni di Levante e di Ponente, rivoluzionando il planivolumetrico del 1742, con la conseguente distruzione e sepoltura dei vecchi Bagni Granducali.

Fig. 5 - Albergo Terme, veduta dell'ala est con lesene in facciata, parafrasi di una trabeazione monumentale. Dei Bagni Granducali oggi restano due unità sommariamente protette da una vetrata con profili di anodizzato, nei Bagni di Levante.

Fig. 6 - S. Giuliano Terme, veduta del 1700, sulla destra si vedono i padiglioni termali situati nel sito dell'attuale edificio fascista che ne ha inglobato alcune tracce superstiti.

Il progetto del Comune di San Giuliano di acquistare l'immobile dell'ex albergo delle terme di proprietà Inps

febbraio 2004 L'albergo delle terme verso i privati ma il Comune lotta per i suoi diritti. Rischia di andare in fumo il progetto del Comune di San Giuliano di acquistare l'immobile dell'ex albergo delle terme di proprietà Inps, proprio nel centro della cittadina. La vicenda è intricata, ma la conclusione pare ormai scontata: il Comune molto difficilmente riuscirà a portare a casa l'acquisto, perché il ministero dei Beni culturali sta ritardando l'esercizio del diritto di prelazione del Comune. L'edificio, adesso fatiscente, dovrebbe divenire la nuova sede municipale. Messo in vendita dall'Inps è stato acquistato da una società di Milano. Il Comune, però, facendo valere la legge secondo la quale a parità di offerta un ente pubblico ha il diritto di prelazione, ha pensato quindi di partecipare all'asta offrendo la stessa cifra della società milanese. Il diritto di prelazione avrebbe consentito quindi all'amministrazione di ottenere l'immobile a patto che fosse destinato ad un uso istituzionale e non logicamente speculativo.

Negata la prelazione

"Qualcosa si è inceppato. La società si è mossa vista l'ottima posizione e l'appetibilità dell'affare cercando di approfittare delle lungaggini burocratiche. Della vicenda si è interessato personalmente Ermete Realacci, il deputato dell'Ulivo del collegio di Pisa, con una interrogazione urgente in Parlamento visto che solo il ministro può sbloccare l'empasse. «Finte tutele dei beni culturale ma vere azioni di finanza creativa: adesso si verificano le intenzioni reali del governo — ha detto Realacci nel presentare l'interrogazione —. O sull'immobile viene riconosciuto il diritto di prelazione del Comune oppure sono una bufala bella e buona le tutele sui beni culturali che il ministro Urbani sbandiera ai quattro venti. Alternative non ce ne sono. Rispetto alle promesse di Urbani di garanzie per il patrimonio culturale prevalgono sempre le esigenze di finanza creativa del ministro Tremonti."

Un caso esemplare

''Questo di San Giuliano pare essere uno dei primi casi di quella che minaccia di essere una lunga serie. Un caso analogo esiste a L'Aquila: stesso macrolotto, stesso tentativo degli enti locali di mantenere nella sfera pubblica l'immobile e stesso atteggiamento da parte del ministero. Il diritto di prelazione dei Comuni non è ancora stato riconosciuto e ormai di tempo ce n'è poco. Che Urbani si pronunci, se può». La palla infatti è proprio nelle mani del ministro che deve emanare un decreto in cui viene espressamente riconosciuto questo diritto di prelazione. «Prima il ministero ha preso tempo — prosegue Realacci — E nonostante la rapidità con cui la locale Soprintendenza ha trasmesso gli atti necessari a Roma ancora del decreto non c'è traccia. Ma il termine è ormai molto vicino, il 7 marzo 2004 è fra pochi giorni. Come se non bastasse e a conferma di una non chiara volontà di vedere assegnato l'ex albergo al Comune invece che applicare semplicemente (tutte le carte sono a posto a riguardo) la normativa che attribuisce la facoltà di esercitare il diritto di prelazione, la pratica sta passando da un dipartimento ad un altro del ministero» Il Comune di San Giuliano Terme ha deliberato all'unanimità (il 4 febbraio) e stanziato la cifra necessaria all'acquisto dell'albergo. Per Realacci siamo di fronte comunque ad una vera svendita. . Daniele Benvenuti Il Tirreno, 25/2/2004 San Giuliano.

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