Il
portico, cerchia "michelozziana"
"Sperimentalismi
di Michelozzo. La conchiglia di Brunelleschi lascia aperta la possibilità
a scultori e scalpellini di introdurre figure naturalistiche in
elementi secondari dell'ossatura come mensole fiorite, transenne
a racemi e pilastri a vasi coperti di scaglie."
Gargiani
R. Principi e costruzione nell'architettura del Quattrocento"
Roma-Bari, 2003.
"Il
Santuccio a Marignolle è l’antico nome del nucleo che si ritrova come toponimo
nelle cartografia d’epoca, e nelle planimetrie catastali tuttora. Dell’antico
Santuccio o San Tuccio oggi non conosciamo l’immagine, dato la sistemazione attuale
della Villa risale al settecento. Tuttavia alcune tracce potrebbero indicare la
porzione della villa senza sotterraneo come nucleo più antico, con murature risalenti
ad epoca cinquecentesca, come appare inscritto su uno stemma in pietra datato
MDXXI. Insieme al Santuccio compare il Conventino, come ricorda anche il Lensi
Orlandi, un edificio in parte colonico, (B) con una parte a torre, le cui origini
non sono certe.
"La
presenza del portico rinascimentale di ordine "ionico eterodosso" realizzato
con muratura interamente in mattoni intonacati e dell’ambiente con il grande camino
e l’acquaio in pietra darebbe fondamento al toponimo “il Conventino” con
il quale viene descritto l’edificio. E’ infatti più volte citata la notizia di
un “un acquaio ed un camino in pietra dell’antico refettorio monastico cinquecentesco”
1 (Carocci, 1907). Nella zona erano presenti all’epoca anche altre sedi monastiche,
che furono soppresse dalla Signoria di Firenze2. Il nucleo a torre, il più antico,
descritto anche come “Casa da signore”, presenta particolari architettonici di
pregio considerevole. Da materiale storico proveniente da varie fonti sono state
reperite informazioni relative ai diversi proprietari che si sono succeduti nel
complesso.
Un
convento era presente all’incrocio delle vie di Marignolle, Piana e Bellosguardo
dove si trova il Podere di San Donato a Scoperto, citato dal Repetti come “Convento
di San Donato a Scopeto, sul Poggio di Colombaia, fra la collina di San Gaggio
e Bellosguardo” “Monastero che fu de’ Canonici Agostiniani regolari sulla collina
di san Francesco di Paola, a mano destra della porta Romana appena usciti da Firenze.
(…) poterono edificare sulla più amena collina del suburbio meridionale di Firenze
una decente chiesa e una comoda abitazione claustrale” “disfatto per ordine della
Signoria di Firenze nel 1528 affinchè non servisse di asilo ai nemici che venivano
ad assediare la città”. (scheda di San Donato a Scopeto, Repetti, 1833). Dall’epoca
del passaggio alla proprietà pubblica, avvenuto nel 1961, si sono prospettate
per la proprietà molte e differenti utilizzazioni, dall’iniziale Sede dell’Università
Europea, a Centro Studi dell’Università, ad Archivio della Comunità Economica
Europea. E ancora da sede di accasermamento per i Carabinieri, a sede per le attività
didattiche dell’Istituto superiore per le Industrie Artistiche di Firenze, insieme
ad altre proposte. Nella tabella che segue se ne delinea una sintesi non sicuramente
esaustiva di tutti i vari passaggi ed i numerosissimi documenti, ma comunque di
orientamento, per manifestare come la storia articolata del complesso necessiti
effettivamente di trovare una sua definizione con una utilizzazione consona e
rispettosa della storia, degli edifici e del paesaggio." |