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Delubro bizantino - Lizzano in belvedere (BO) - in collaborazione con Studio GioVe
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Il caso

Il Delubro versava in condizioni di conservazione precarie e di abbandono, ingombrato anche dalla sagoma di una delle falde del tetto di una abitazione adiacente

"Nel novembre 2000 studio GioVe lanciò con la nostra collaborazione una denuncia sulla stato di conservazione del Delubro di Lizzano in Belvedere che versava in condizioni di precarie e di abbandono ingombrato anche dalla sagoma di una delle falde del tetto di una abitazione. Ebbene oggi possiamo dire di aver raggiunto, grazie anche alla vostra partecipazione, un ottimo risultato. Il tetto che incombeva pericolosamente sul monumento è stato drasticamente ridimensionato dando finalmente respiro alla struttura. Sicuramente gli enti locali, la sovrintendenza ai beni culturali e la proprietà dello stabile sarebbero intervenuti in ogni caso per rimettere in sicurezza il Delubro, ma ci piace pensare di aver dato anche noi un contributo alla salvaguardia del nostro prezioso patrimonio.

Dopoguerra

"Nei primi anni del secondo dopoguerra venne terminata una campagna di restauri per salvare il "Delubro". Fu demolita la torre del campanile edificato sopra il vecchio basamento che arrivava ad una altezza che superava i venti mt. e ne minacciava seriamente la statica dell'edificio. In questa occasione vennero inserite delle catenatura in ferro in corrispondenza dei 2/3 dellaltezza dell'elevazione. che costituirono di fatto il primo intervento di consolidamento strutturale sul monumento. In queata campagna di restauro venne ritrovato anche l'antico pavimento romano a blocchetti esagonali di laterizio, ma non fu eseguito il consolidamento necessario e in breve tempo i preziosi blocchi vennero depredati da visitatori a caccia di souvenir. All'inizio degli anni ottanta cominciarono già a sentirsi i primi sintomi di cedimento, l'intervento eseguito in quella occasione fu la puntellatura della parte in pendenza della rotonda con dei travi di legno.

Anni 80 e 90

"Nel 1998 il monitoraggio eseguito mostra come la struttura, uteriormente indebolita, richiese un rafforzamento della puntellatura delle travi in legno. Comparirono anche due consistenti cinture in ferro, sistemate allo scopo di contenere il cedimento della muratura. Questo lato della rotonda di Lizzano prende sempre più l'aspetto di un deposito o di una discarica. Come risulta ben visibile dalle immagini, la costruzione adiacente è stata ristrutturata. All'inizio degli anni ottanta cominciarono già a sentirsi i primi sintomi di cedimento, l'intervento eseguito in quella occasione fu la puntellatura della parte in pendenza della rotonda con dei travi di legno. Nel 1998 il monitoraggio eseguito mostra come la struttura, uteriormente indebolita, richiese un rafforzamento della puntellatura delle travi in legno."

Architettura bizantina
Delubro di Lizzano

Fig. 1 - Delubro di Lizzano. Tavola del rilievo di G. Rivani del 1942. Lo studio della rotonda di Lizzano venne effettuato da Giuseppe Rivani il quale così scriveva: "... Ma a Lizzano in Belvedere esiste una rotonda che riterrei di qualche tempo anteriore al mille, data la rozzezza della sua muratura in sasso e il carattere delle sue aperture."

Fig. 2 - Delubro di Lizzano.Veduta complessiva del monumento con l'abitazione adiacente che arrivava a toccare la muratura dell'edificio con una delle falde del tetto. Sono visibili le catenature in ferro in corrispondenza dei 2/3 dell'altezza dell'elevazione che costituirono di fatto il primo intervento di consolidamento strutturale sul monumento.

Fig. 3- Delubro di Lizzano.veduta complessiva del monumento con l'abitazione adiacente e la nuova costruzione recentemente realizzata. L'attività edilizia dei proprietari dello stabile si è rivelata particolarmente licenziosa.

Fig. 4- Delubro di Lizzano. Veduta in dettaglio del punto di contatto tra la falda di copertura dell'abitazione e la sommità della muratura del delubro. La linea di gronda appare collegata con il modesto spiovente del monumento con un evidente risultato di impatto sia sul piano visivo che su quello specificamente funzionale la conservazione dell'apparecchio murario.

Fig. 5- Delubro di Lizzano. Vedute a confronto della situazione prima e dopo la modifica della copertura dell'abitazione adiacente il monumento cristiano. Il risultato di questo intervento è da attribuirsi per buona parte anche alla campagna di sensibilizzazione lanciata nel 2000 da Studio GioVe Studio Gio.Ve.

Archivio

I resti di un antico tempietto preromanico costruito durante il dominio bizantino, tra VII e VIII secolo; uno degli l'edifici più antichi della provincia di Bologna.

"Il "Delubro" è una costruzione ellittica riconducibile alla struttura dei tempietti rotondi di tradizione orientale. Lizzano, prima di essere ceduto dal sovrano longobardo ad Anselmo, faceva parte infatti dell'Esarcato bizantino di Ravenna ed era soggetta al vescovo di Bologna. Tale ipotesi è supportata da un documento dell'imperatore Carlo Magno dell'801, nel quale il sovrano franco dirime una controversia nata fra il vescovo di Bologna Vitale e l'abate di Nonantola Anselmo, attorno alla pieve di San Mamante. Uno studio della rotonda di Lizzano venne effettuato da Giuseppe Rivani il quale così scriveva: "... Ma a Lizzano in Belvedere esiste una rotonda che riterrei di qualche tempo anteriore al mille, data la rozzezza della sua muratura in sasso e il carattere delle sue aperture." Fino a pochi anni fa sovrapposto alla rotonda sorgeva un campanile ottagonale di carattere quattrocentesco, ma probabilmente già del secolo XVI, abbattuto parzialmente per il forte strapiombo che presentava e per la minaccia di sfasciamento della base costituita dal detto edificio a pianta circolare di sommo interesse"Studio GioVe

Lizzano (Bo)

"Lizzano in Belvedere è un piccolo comune dell'Appennino bolognese al confine con le province di Modena e Pistoia. Il più antico documento nel quale viene nominata la "Massa di Lizzano" è un decreto del re longobardo Astolfo del 753, col quale il territorio viene donato al cognato Anselmo, primo abate di Nonantola. La chiesa di Lizzano dedicata a San Mamante, il cui culto è di origine bizantina, viene citata nel diploma come "pieve" e "cenobio". Anch'essa è inclusa nel diploma di Astolfo fra i doni fatti all'abate dell'abbazia nonantolana. In seguito alla demolizione dei resti dell'antico complesso degli edifici monastici avvenuta nel 1928, venne eretta, nel 1931, la moderna chiesa disegnata da Giuseppe Gualandi. Dell'antico cenobio l'unica testimonianza architettonica giunta fino ai nostri giorni è la rotonda protoromanica.

Delubro

"Il termine "Delubro", col quale è conosciuto da tutti, fu attribuito a sproposito. L'errore dipese presumibilmente dalla convinzione iniziale che si trattasse di un rudimentale luogo di culto romano, costruito sommariamente ad uso di piccola guarnigione. Seppure non si possa escludere a priori questa ipotesi, appare più probabile che la costruzione risalga al VI-VII secolo. Si pensa che ospitasse pochi monaci venuti sulle montagne, i cui abitanti erano ancora in larga misura legati al culto pagano, per diffondere il cristianesimo. Il delubro, costruito durante il dominio bizantino, tra VII e VIII secolo. Risulta uno degli l'edilici più antichi della provincia di Bologna." Studio GioVe

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