Crollo a S. Trinita: scarsa manuntenzione
Com'è noto i soldi non ci sono
19/2/2006

"Un po' di pioggia, qualche raffica di vento e l'ennesimo edificio storico del centro citadino si sgretola. É accaduto l'altro ieri intorno alle 13: dalla facciata della chiesa di Santa Trinità sì sono staccati alcuni frammenti di pietra che per poco non hanno colpito dei passanti. Colpa delle precipitazioni e del libeccio? Sicuramente. Ma anche della scarsa cura a cui sono sottoposti i nostri monumenti. A dirlo è il numero uno dei beni artistici e culturali della Toscana, Antonio Paolucci, che dà la colpa sia alla mancanza di soldi sia di cultura. Dopo l'accaduto, l'altro ieri è subito scattato l'allarme, sono intervenuti i Vigili del Fuoco che hanno transennato la zona e rimosso altre scaglie pericolanti. Ma adesso la facciata deve essere sottoposta a un'attenta indagine e al necessario restauro. La soprintendente per i beni architettonici, Paola Grifoni, prima ha gettato acqua sul fuoco, poi ha affermato che l'ennesimo incidente poteva essere evitato se solo ci fossero più soldi. «Niente di grave - ha detto - sono caduti dei piccoli pez-zetti. Ma non si può negare che ci siamo allarmati e così ho chiesto di andare a vedere da vicino la situazione. I pezzi staccati provenivano da "una voluta di un capitello sul lato sinistro, dove si sono verificate delle pergolazioni di acqua. II vento di ieri (l'altro ieri per chi legge, ndr) li ha fatti cadere, e ne ha allentati altri che sono stati subito rimossi. Lunedì mattina (cioè domani, ndr) interverremo con un carrello: penso si tratti di una cosa semplice. Purtroppo la colpa è delle pietre di arenaria di Firenze. Per quanto si intervenga, ogni 10-15 anni si ripresentano gli stessi problemi. Con il travertino, ad esempio, tutto questo non accadrebbe. Certo poter fare controlli più ravvicinati -ha proseguito la Grifoni - sarebbe ideale, ma questo comporta costi più alti ed è noto che i soldi non ci sono. Quello delle manutenzioni periodiche una volta era il sistema migliore. Oggi questo genere di interventi preventivi non si fanno più, dobbiamo basarci su un programma ridotto a causa della scarsità delle risorse». Il tono della soprintendente cambia quando le ricordiamo che, tanto per fare un esempio, da oggi è esposta a Palazzo Medici Riccardo il Polittico dell'Intercessione di Gentile da Fabriano il cui restauro è costato 90mila euro (messi a disposizione dalla Indesit), ma la mostra di soli 2 mesi che ne celebra il recupero, ha comportato una spesa (a carico della Provincia) di 70mila euro. «É una cifra allucinante - ha detto la Grifoni - e non è la più alta. Anche quella è cultura, lo so, ma per un periodo limitato, e poi ci si lamentiamo se gli edifici cadono a pezzi. A noi addetti ai lavori sono cose che ci lasciano perplessi. Per le province di Firenze, Prato e Pistoia, per il 2006, la mia soprintendenza ha a disposizione solo un milione e 700mila euro. Da solo il capoluogo di regione avrebbe bisogno di molti più soldi. Ma questi sono problemi generali...». D'altronde quello di due giorni fa non è che l'ennesimo (e purtroppo temiano che non sarà l'ultimo) episodio del genere: nel 2004 sì staccarono dei frammenti dalla Loggia dei Lanzi; lo scorso ottobre venne giù un pezzo del «rimpello» del Bargello e ora Santa Trinità. Il soprintendente Paolucci, in questo caso direttore regionale dei beni culturali, conferma le affermazioni della Grifoni: «Sì è vero, non si è mai fatta manutenzione. Bisognerebbe che tutti i monumenti periodicamente venissero controllati, ma non ci sono soldi e questo non si può fare, perché manca sia la cultura sia i soldi». Allora viene da chiedersi: perché, ad esempio, il Comune ha gettato via una montagna di soldi per Firenze Mostre, altri nel «Progetto Quarter» appena naufraga oppure impiegato risorse per altri interventi di minore importanza? Non sarà che invece delle pietre, a Firenze si sta sgretolando la cultura e la considerazione del nostro patrimonio? La risposta, se pur parziale, indirettamente arriva ancora una volta da Paolucci: «Bisognerebbe fare un cartello di accordo tra enti locali, belle arti del Comune e soprintendenza etc... e concordare su questo. Non si è mai fatto e ora non si può fare perché non ci sono i soldi. Quando ci saranno ci metteremo d'accordo e lo faremo». La speranza è l'ultima a morire, dice un proverbio popolare, ma nell'attesa perché non sperimentare forme alternative di reperimento di fondi da destinare proprio agli interventi più urgenti? Perché non provare la vìa delle grandi sponsorizzazioni? Il turista viene a Firenze per Firenze. Poi va anche agli Uffizi e a stordirsi di fronte al David. Ma la molla resta la città nel suo insieme. Se questa si sgretola e non si inverte la tendenza del dannoso disinteresse, presto dovremo trovare qualche altra forma di attrazione."

Il Giornale della Toscana 19-FEB 2006

 
A spasso per Firenze
Il degrado denuciato dalla Nazione
19/1/2006

"Un girone così non l'ho immaginato neppure io». Forse questa sarebbe la frase che direbbe Dante dopo aver rivisto la 'sua' Firenze. Atterrando al piazzale del Poggio Imperiale, di fronte alla villa medicea, ammirerebbe la facciata cinquecentesca. Peccato, però, il rischio potrebbe essere quello di inciampare nei cassonetti "irremovibili". Ma Dante non è tipo che si arrende. Armato di elmetto, non si sa mai visto che dal Bargello e non solo cadono pezzi di cornicione, il nostro fantomatico poeta prosegue il suo tour. Il fascino del centro lo spinge a inoltrarsi nei vicoli medievali della città. Ed ecco alzarsi il sipario sullo show: cassonetti straripanti di spazzatura, cartacce ovunque, file di bottigliette abbandonate, escrementi di cavallo tra cui fare lo slalom. La nostra guida va avanti sgomitando tra orde di turisti 'incantati' di fronte ai mimi che assediano il loggiato degli Uffizi. Una bella foto ricordo con il Faraone all'angolo di via della Ninna e si riparte. Più che il loggiato del Vasari sembra la Rambla di Barcellona. Stessa scena in piazza Duomo tra scarichi di autobus, transenne e impalcature. Cerchiamo un po' di pace in piazza Santa Maria Novella. Qui più che Firenze sembra una succursale delle Filippine, specialmente il giovedì pomeriggio. E tra il pratino e il vicino sottopassaggio della stazione si cammina su un tappeto di bottiglie di birra. Perfino la lussuosa via Tornabuoni, la sera, è assediata dai sacchetti della nettezza. Il maestro rimpiange le sue bolge. Quelle, in definitiva, sono solo infernali. Le strade, per il continuo passaggio di auto e bus, sembrano un formaggio gniviera: buchi ovunque. Dove sono finiti i lastricati di pietra serena? Le domande arrovellano il 'nostro cervellone' che inciampa nelle transenne arrugginite piazzate sull'ennesimo cantiere. Le domande non finiscono. Perché l'ex cinema Apollo è ridotto in quello stato di degrado e abbandono? Disorientato, il maestro chiede lumi. La risposta non lascia spazio a dubbi: «Bisognerebbe non avere più vista, udito e olfatto per non accorgersi del degrado imperante. La sporcizia, oltre alla vista inquina anche l'olfatto». Sottobraccio al 'maestro' ci inoltriamo nel vicolo del Gomitolo d'Oro. Cos'è quest'odore? Esalazioni della palude Stigia? No, un cartello chiarisce: «Si prega di non urinare», ripetuto in arabo e in inglese. Di corsa ce ne andiamo e finiamo in piazza Brunelleschi. Il muro che fiancheggia l'Università è imbrattato da sfregi, croci celtiche, falci e martello, da murales non sempre artistici. Per fortuna ci siamo capitati di giorno. Di notte bisogna anche guardarsi alle spalle. Dante, scuote la testa e, stremato, se ne torna nel tranquillo avello di Ravenna. Insomma, non sempre l'esilio è il male peggiore. Non possiamo dargli torto."

LA NAZIONE FIRENZE 19-GEN-2006

 
Salviamo Firenze dal degrado
Domenico Valentino
22/4/2004

"Il battesimo politico di Domenico Valentino, candidato a sindaco di Firenze per la Cdl, sarà a cura di An. Oggi alle 21, presso l'Hotel Londra del capoluogo Toscano, per la prima volta l'ex-soprintendente ai Beni culturali della città, si presenterà ai fiorentini nell'ambito dell'incontro dal titolo "An per là tutela e la valorizzazione dei beni culturali", Per la marcia verso Palazzo Vecchio si parte da quello che è da un lato il terreno più familiare a Valentino e dall'altro quello più centrale per Firenze, che sui beni culturali fonda larga parte del proprio tessuto economico e sociale. È un messaggio di impegno a valorizzare delle vocazioni della città quello che An lancia con questo incontro al quale, oltre agli esponenti della classe dirigente e ai candidati di An al Comune, parteciperà anche il sottosegretario ai Beni culturali, Nicola Bono. «Siamo contenti dì ospitare il battesimo politico di Domenico Valentino - ha detto il consigliere regionale Achille Totaro, promotore dell'iniziativa - è la prima volta da quando è stato candidato a sindaco che si presenterà ai fiorentini. È un'occasione importante - ha aggiunto - invitiamo tutti a partecipare, anche i curiosi che non hanno mai votato a destra e vogliono conoscere chi proverà a salvare la nostra città dalla pessima gestione di Domenici». E dei risultati fallimentari di oltre dieci anni di centrosinistra alla guida della città ha parlato martedì, a margine dell'inaugurazione di nuovi spazi espositivi del Museo Horne, lo stesso Valentino; «Dal 1991, quando sono venuto per la prima volta a Firenze, a oggi - ha rilevato il candidato della Cdl -i difetti di questa città sono aumentati. Mancano la pulizia e la tutela delle strutture architettoniche e certe zone dell'Oltrarno, come San Frediano, sono lasciate in stato di abbandono. Evidentemente Domenici, Primicerio e Morales non se ne sono mai accorti». Una constatazione di cattiva amministrazione che coinvolge non solo Leonardo Domenici, ma anche i precedenti sindaci di centrosinistra in carica durante gli anni '90, Mario Primicerio e Giorgio Morales. «Di questa sporcizia e degrado - ha concluso Valentino - se ne accorge chi viene da fuori e se ne accorgono soprattutto i turisti, che magari potrebbero preferire la visita a un borgo della campagna toscana, più pulito e meglio conservato»

Secolo d'Italia - 22/4/2004

 
«Le basiliche di Firenze
assediate dall'incuria»
Luglio 2003

"Le chiese e le basiliche fiorentine sono assediate dall'incuria, dal caos, dallo sporco, dalla microcriminalità, dalla volontà di snaturarne addirittura l'identità di luoghi di culto, per farne solo dei musei. E tutto, per colpa degli amministratori comunali fiorentini, guidati dal sindaco Leonardo Domenici che, oltre tutto, è anche presidente dell'Anci, l'associazione dei comuni italiani. La crociata. Questa, almeno, la convinzione dell'Arcidiocesi di Firenze. O, più esattamente, di monsignor Timothy Verdon, canonico della cattedrale di Santa Maria del Fiore, il duomo, e, con lui, dei priori, dei rettori e dei guardiani delle principali chiese e basiliche fiorentine. Un'accusa del genere, e con questi toni, non si era mai sentita sulle rive dell'Arno, tant'è che ce n'è abbastanza per far scoppiare un «caso» tra Palazzo Vecchio e le stanze di fronte al Battistero, che ospitano l'arcivescovo Ennio Antonelli (probabile cardinale al prossimo concistoro, viste le prerogative della città), che ha dato il suo placet alle esternazioni dei priori e di monsignor Verdon, americano di nascita e fiorentino di adozione spirituale e di vita. Così, almeno, ha detto, iniziando la sua requisitoria, Timothy Verdon: «L'arcivescovo mi ha incoraggiato a portare avanti questa piccola crociata. Ma le chiese e le basiliche di Firenze sono umiliate da caos, criminalità e sporcizia. Una mancanza che è un'offesa alle radici cristiane della città. E questa città che ha creato l'ideale massimo dell'Umanesimo, come fa a smontare cosi il suo passato?». Monsignor Verdon non ha fatto complimenti: «L'arengario di fronte a Palazzo Vecchio è mantenuto con grande rispetto. Perché non succede lo stesso con i sagrati delle nostre chiese?». A dargli man forte sono arrivate le parole del priore di Santa Maria Novella: problemi di ordine pubblico di notte e di giorno, coi bivacchi di centinaia di persone; mancanza assoluta di servizi igienici, con i muri esterni della chiesa trasformati in latrina. La controffensiva. Poi le accuse del padre guardiano di Santa Croce, la basilica dei Sepolcri: borseggi anche in chiesa; un «progetto occulto per laicizzare, per far dimenticare che le chiese sono anche luoghi di culto», E di chi la colpa? Ancora una volta, dita puntate sul Comune. A metà pomeriggio, quando le prime note di agenzia avevano già preso il volo, Palazzo Vecchio è passato al contrattacco. Il sindaco ha preferito non intervenire, lasciando la replica all'assessore alla cultura, Simone Siliani e a quello allo sviluppo economico, Francesco Colonna. Ma c'è stata anche incredulità, all'inizio. Poi, i comunicati. Vero o falso il quadro fatto dai preti? Accuse da rispedire al mittente, ha tuonato Palazzo Vecchio: «I toni e i contenuti della nota dell'Arcidiocesi...sono davvero inusuali fuori misura e per certi versi offensivi...». I problemi, alcuni problemi, riconosce l'amministrazione possono anche esserci, ma non in questi termini. La miccia è stata accesa. La polemica non finirà certamente qui."

Ennio Macconi Nazione – Carlino

 
La denuncia del Soprintendente
Domenico Valentino
Aprile 2003
Possiamo salutare questo come un segnale del nuovo corso storico della Firenze del nuovo millennio. Un sintomo affatto nuovo nella cultura della tutela del patrimonio fiorentino. Il soprintendente ai beni architettonici si accorge dell'evidenza che accompagna la città da decenni. Riconosciamo il merito al nuovo soprintendente che è stato in grado di invertire la tendenza che ha caratterizzato il "pressapochismo" e spesso la negligenza dei passati funzionari di piazza Pitti 1 che non hanno mai avuto il coraggio e tantomeno la deontologia professionale di garantire i mini criteri di tutela riconosciuti da tempo nelle carte del restauro.
 
"Basta rifiuti.. "
"Basta rifiuti intorno ai monumenti, via i barboni dai loggiati delle chiese, basta parabole e antenne che deturpano il paesaggio: sono i tre cardini della nuova ''crociata'' lanciata da Domenico Valentino soprintendente per i beni architettonici di Firenze. L' attacco di Valentino nasce da alcune situazioni che vanno avanti da tempo e a cui il Comune non riesce a dare soluzione. A convivere con i rifiuti e' Orsanmichele, la chiesa museo a due passi da Piazza della Signoria. ''Tutti i pomeriggi i mezzi della nettezza urbana si radunano in via dell' arte della lana, davanti a Orsanmichele, e dai furgoni piccoli i rifiuti passano nel camion piu' grande. Il tutto avviene con i motori accessi che emettono gas di scarico molto dannosi per i monumenti. Il passaggio dei rifiuti - spiega Valentino - avviene in questa via perche' non disturba i negozianti. Ho parlato con gli assessori di Palazzo Vecchio chiedendo che si cambi metodo, ma niente accade''. Gli fa eco la direttrice di Orsanmichele, Francesca Nannelli: ''Caricano li' perche' davanti ai negozi creerebbero problemi, ma i commercianti devono pensare che i turisti vengono a Firenze per i monumenti e quando questi non ci saranno piu' sara' peggio anche per loro''. Dai rifiuti alle antenne e alle parabole. Stamani Valentino ha incontrato alcuni rappresentanti di Palazzo Vecchio. Avrebbe preferito ci fossero gli assessori anziche' i tecnici, ecco perche' il soprintendente dice che l' ''incontro e' stato quasi abortito''. Ma Valentino fara' comunque sapere al Comune le sue idee: ''Parabole trasparenti o del colore delle tegole dei tetti e possibilmente piu' piccole (30-35 cm); cercare di arrivare - magari con incentivi - nei grandi condomini ad avere una antenna e una parabola centralizzata; piu' attenzione al collocamento dei ripetitori per i cellulari''. Lo sfogo di Valentino termina con il rilancio dell' idea di montare cancellate a difesa di luoghi artistici, anche per impedire ai barboni di prendere domicilio sotto i loggiati delle chiese. ''Voglio le cancellate - ha detto - perche' nessuno vigila. La loggia della chiesa di Borgo San Jacopo, a due passi da Ponte Vecchio e' diventata la casa di un uomo che addirittura stende abiti e bucato. In questo caso la soluzione sembra in arrivo perche' mi hanno detto che la cancellata la metteranno. E poi c'e' la chiesa di Santa Maria dei Ricci il cui ingresso e' tappezzato da cartelloni e manifesti: e' indegno''. Insomma, per il soprintendente Valentino a Firenze c'e' ''scarsa attenzione per i monumenti''. (ANSA). 03/04/2003
 

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