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Palazzo Tiranni - Carpegna
Cagli (PU) | sec XVI
Giugno 2015
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Palazzo Tiranni-Carpegna, la Chasa vecchia accanto a S. Domenico con cappella privata

 

"La 'chasa vecchia' della famiglia Tiranni di Cagli, accanto alla chiesa di S. Domenico, presenta lineamenti importanti di un classicismo di tardo Quattrocento con portale architravato e finestre quadrate e una facciata a sgraffito con conci geometrici fortemente degradati. Costruito su un ampio lotto con dislivello che affaccia su due assi stradali tra loro paralleli, via Lapis e XX Settembre. Presenta due facciate distinte: su via Lapis, il prospetto databile intorno al 1480 con lessico rinascimentale e robusta Loggia in pilastri quadrangolari al primo piano, già attribuita al Genga, l'altra fronte, più silenziosa, con portale centrale e finestre quadrangolari. Si tratta di uno tra i più importanti palazzi gentilizi di Cagli insieme al palazzo Nuovo in via Purgotti, edificati nel sec. XVI da Giovanni e Felice Tiranni il quale, dopo la morte della moglie, abbracciò la carriera ecclesiastica divenendo vescovo di Urbino. Il palazzo Nuovo passò poi alla Santa Casa di Loreto quindi alla famiglia Felici e nel 1646 alla famiglia Castracane."

(L.b.c.)

A - Planimetria del Centro storico della città di Cagli. In rosso la posizione del palazzo di Felice Tiranni, appena dietro la piazza Giacomo Matteotti, in blu la posizione dell'altro palazzo Tiranni-Carpegna, detto anche 'palazzo antico', in via XX settembre nei pressi di Porta lombarda B - Vista aerea del centro storico di Cagli, il quadrato rosso indica la posizione del palazzo Tiranni-Castracane rispetto al Duomo e la piazza Giacomo Matteotti. .

"Il palazzo presenta due fronti tra loro differenti: quello anteriore sul Corso XX settembre, ha il portale ogivale a bugne regolari e originali battenti lignei, con le finestre del piano superiore del medesimo tipo dei portali del fronte posteriore, dove le prime quattro fanno parte del blocco principale, mentre le restanti due, sono frutto di un ampliamente a seguito di accorpamento (visibile lungo l'attuale vicolo Mochi). Il fronte posteriore su via Lapis è un stato di degrado (..); poco visibili in filigrana tracce dell'originale decorazione a graffito a finti conci rettangolari e un fregio a elementi vegetali di incerta provenienenza ( il graffito è comunque di tradizione fiorentina) Sul marcapiano poggiano i bei pilastri di un bel loggiato cinquecentesco - già attribuito al Genga - composto da due più quattro arcate, che aprono sia all'esterno che al Cortile interno. In basso due portali (di cui il più piccolo in pessme condizione e prossimo al cedimento) sormontati da cornice con rivolta e timpano piano, decorati con stemma a svolazzi e un iscrizione, sono databili agli anni tra 1480 e il 1510."

Testo tratto Architettura del Classicimo tra Quattrocento e Cinquecento, Marche F. Canali, F. Quinterio, pag. 110.

Planimetria in dettaglio del Centro storico della città di Cagli con in rosso la posizione del palazzo di Felice Tiranni dietro la piazza G. Matteotti e in blu la posizione dell'altro palazzo Tiranni-Carpegna in via XX settembre nei pressi di Porta lombarda.

"Non molti anni dopo la morte di Mons. Felice, il figlio Pietro viene ferito mortalmente da un suo servo. Nel testamento del 1590 le sue fortune vengono lasciate alla Santa Casa di Loreto con obbligo di tenere aperto il palazzo a servizio dei duchi. A seguito della devoluzione del ducato la Santa Casa, nel 1642, vende il Palazzo ai Felici ai quali subentrano nel 1646 i Castracane sino al Novecento. Non molti anni dopo la morte di mons. Felice, il figlio Pietro viene ferito mortalmente da un suo servo. Nel testamento del 1590 le sue fortune vengono lasciate alla Santa Casa di Loreto con obbligo di tenere aperto il palazzo a servizio dei duchi. A seguito della devoluzione del ducato la Santa Casa, nel 1642, vende il Palazzo ai Felici ai quali subentrano nel 1646 i Castracane sino al Novecento."

Testo tratto da 'Comune di Cagli.ps.it'

"Il fronte principale con il suo robusto cornicione a cassettoni si presentava in antico più prezioso con le finestre edicolate con mensole del primo piano unite al livello del davanzale da una cornice. Il grande portale rusticato presenta nei pennacchi dell'arco mascheroni sapientemente intagliati, e nel concio in chiave d'arco èlo stemma dei Tiranni al quale si sovrappone nel timpano l'emblema della Santa Casa di Loreto. L 'ampio vestibolo con volta lunettata e peducci con figure antropomorfe e zoomorfe, si apre verso la doppia loggia. Nel cortile lastronato è una vera da pozzo con simboli feltreschi che reca l'aggiunta posteriore dello stemma dei Castracane. Al primo piano è un monumentale portale lapideo che rimarca l'accesso al salone d'onore.

Testo tratto da 'Comune di Cagli.ps.it'

A - Vista di una delle finestre rattangolari della facciata su via Lapis. sono visibili tracce del Graffito a conci rattangoloari ampiamente degradato. B - Dettaglio del portale architravato su via Lapis con i resti dell'intonaco a sgraffito. L'architrave che reca l'arme dei Tiranni è visibilmente rotto, in fase di collasso.

"Nel timpano tra stucchi del Brandani compare di nuovo lo stemma lapideo dei Castracane inserito in un secondo tempo. Il salone, con vasta volta a padiglione, è impreziosito da un monumentale camino la cui alzata è costituita da un complesso fastigio in stucco datato 1571, che presenta nel grande riquadro la Fucina di Vulcano lavorata a rilievo dal Brandani. Ai lati sono un uomo e una donna, raffigurati in età adulta, al di sotto dei quali compaiono due putti con cornucopie. Il coronamento superiore dell'alzata è arricchito da emblemi araldici (aquile, frutti e rami di quercia) presenti anche nella caminiera lapidea opera firmata da Elpidio Finale e curiosamente datata 1600."

Testo tratto da 'Comune di Cagli.ps.it'

"E' lecito vendere edifici storici, realizzare un cambio di destinazione d’uso per trasformarli anche radicalmente in alberghi e appartamenti? Qui va introdotto un tema centrale che le leggi italiane - le più avanzate in Europa - ci regalano come preziosa riflessione:  la destinazione d’uso compatibile per un edificio di valore culturale  (Art 20 d.lgs. 42 del 2004 Nuovo Codice bb.cc. “I beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione.) Questo rimane a tutti gli effetti l’aspetto più controverso, ancora oggi dibattuto tra tecnici e studiosi, una valutazione che può influenzare seriamente il destino di un bene di valore storico - artistico.  Attenzione però la “destinazione d'uso compatibile”, una definizione così attenta e semanticamente precisa, è contemplata solo dalle nostre leggi nazionali, non necessariamente negli altri stati d’Europa, tantomeno Oltre oceano dove le trasformazioni di edifici esistenti sono particolarmente semplificate e non richiedono questi approfondimenti. Un’attenzione tutta italiana dunque perché abbiamo una legislazione sulla Conservazione tra le più avanzate (ma anche tra le più disattese) del Mondo."

Vista della parte alta delle facciata su via Lapis con le quattro arcate della loggia a pilastri, gia attribuita a Girolamo Genga.

"Perché in sostanza è cosi importante la destinazione d’uso di un edificio storico ? Perché proprio da qui dipenderà il buono o corretto uso del bene e soprattutto il futuro dell’opera, la possibilità di avere una buona conservazione o meno. Non esiste, infatti, solo la destinazione d’uso di albergo (la più remunerativa) ce ne sono molte altre possibili e percorribili:  museo del palazzo, biblioteca, emeroteca, centro studi, urban center, spazi per il coworking.Dentro un Battistero romanico non poteremo certo pensare di ricavare una concessione per un Mc Donalds, cosi come nel cortile rinascimentale di palazzo Medici a Firenze non potremo gestire un parcheggio per le auto della Prefettura, mentre dentro i locali della Casa di Apollonio Lapi, sempre a Firenze, non è corretto ricavare un centro commerciale se gli studi dimostrano che si tratta di un’opera giovanile brunelleschiana di tale importanza da rappresentare l’alba del Rinascimento. Cosi all’interno del Palazzo ducale di Urbino non è pensabile, per certo, di ricavare dei lussuosi appartamenti anche se avessero un ‘valore stellare’ sul mercato internazionale."

Testo tratto da "Il sonno della ragione genera Resort" - L. Pagnini

 
     
     
     
 
   
   
 
   
   
   
   
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