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Palazzo Grifoni - FI
Palazzo di U. Grifoni - S.Miniato
Marzo 2010
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'Restauro' in stile di un palazzo storico: intonaco sulla facciata rinascimentale in mattoni

"La fronte rinascimentale in mattoni progettata da Giuliano di Baccio d'Agnolo per Ugolino Grifoni (1555). Il palazzo, capolavoro dell'architettura civile del Cinquecento in Toscana, armonioso sincretismo tra i materiali tradizionali del Valdarno Inferiore e i modelli del palazzo rinascimentale fiorentino, ha subito la cancellazione della tessitura di facciata e di tutti i prospetti originariamente in mattoni 'facciavista'. Alterata l'identità architettonica del palazzo costruito interamente in setti murari di laterizio. L' importanza della facciata in mattoni è stata dimenticata in questi anni che ci separano dalla conclusione dei lavori di ricostruzione di questo palazzo. Auspichiamo che questa recensione e il successivo report sul caso possano stimolare un riconoscimento dell'importanza e del recupero de vecchio prospetto insieme a nuovi studi su di un palazzo rinascimentale, episodio di prima grandezza per cultura architettonica italiana: la conoscenza e l'attento studio dell'opera d'arte rimangono premesse indispensabili per tutte fasi progettuali.."

"L'operazione di ricostruzione del palazzo di Ugolino Grifoni, a S. Miniato Alto a metà degli anni '90 per conto della nuova proprietà Carismi, alla luce della documentazione sul vecchio rudere raccolta dal Circolo di Studio, affronta un tema nodale del Restauro e della Cultura della Conservazione italiana: la trasformazione di caratteri architettonici di un edificio storico. La Carta italiana del restauro 1972 ci dice che è necessario "conservare scrupolosamente le forme esterne ed evitare sensibili alterazioni all'individualità tipologica, dell'organismo costruttivo". Stiamo parlando dell'intonacatura della facciata rinascimentale in mattoni decisa nell'ambito del progetto di ricostruzione del palazzo e di concerto con la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali di Pisa. Un dato questo ormai noto e riportato da tutte le recensioni sul palazzo nonchè facilmente documentabile dalle fotografie, sia in b\n, prima della seconda guerra mondiale, sia da quelle fatte da privati del rudere prima dell'inizio dei lavori."

"Ritrovare il tema di questo splendido edificio, poco recensito nel rinascimento toscano, dunque è stata la premessa per capire l'importanza delle sue caratteristiche architettoniche: il laterizio, la griglia tridimensionale e le relazioni che la facciata stabiliva con le vecchie cortine murarie anch'esse in mattoni. Da questo scenario puntualmente ricostruito anche con l'ausilio del cad fotorealistico (..), emerge una valenza architettonica meramente volumetrica che è stata alterata in maniera irreversibile dall'intervento di ricostruzione del palazzo per metà distrutto dalle mine tedesche durante la seconda guerra mondiale. Palazzo Grifoni a S. Miniato rappresenta un episodio di prima grandezza nel repertorio del edilizia civile del Rinascimento in Toscana. Risultato progettuale sui generis esempio della fusione delle forme del rinascimento fiorentino con i materiali tipici dal Valdarno Inferiore: "Giuliano di Baccio d'Agnolo esaltò Ugolino Grifoni nella sua terra con una costruzione maestosa." Questo diviene di fatto il nodo di lettura, episodio eclatante di una scuola del 'dialetto rinascimentale' poco studiata e celebrata in Toscana ma con caratteri di grande rilievo alla luce di una ricostruzione storica attenta che restituisce un'idea progettuale ricca di nuove sonorità.

L'uso del mattone faccia a vista, nella compostezza ed armonia di questo impaginato di facciata, costituisce una straordinaria novità come declinazione della proprietà privata. Rappresenta dunque la rilettura in chiave cinquecentista tutta 'sanminiatese' del tema del palazzo rinascimentale repubblicano fiorentino. Versione già recepita e sperimentata esaustivamente negli episodi sanminiatesi dei palazzi: Piccolo, Roffia e Formichini. La trasposizione quindi, o parafrasi architettonica del tardo Cinquecento, riguarda il tema 'luterano' della facciata canonicamente ad intonaco, alla Baccio d'Agnolo, nella versione magnifica del laterizio. Era la scuola del Romanico del Valdarno Inferiore storicamente rappresentata dal Duomo, dal convento di S.Chiara e palazzo dei Vicari imperiali."

Palazzo Grifoni-Budini-Gattai (FI

palazzo Grifoni-Budini-Gattai

"Questa versione della dimora magnatizia sanminiatese, diviene dunque autentico variatio compositiva in chiave monumentale del palazzo di città con una nuovissima facciata dove il cotto assume l'accezione di velario che si fonde con il nitore dei lineamenti della pietra serena: dai cantonali, all'impaginato del prospetto tutto fiorentino con le celebri finestre centinate estradossate a chiglia. Una trasposizione in chiave spiccatamente monumentale e tridimensionale della facciata in laterizio mai usata nella scuola fiorentina, che, con l'appropriarsi della grandezza della nuova piazza, ricavata nella compatta cortina delle vie di S. Miniato Alto, diviene qui nuovo elemento compositivo, declinazione volumetrica del palazzo rinascimentale. Primo palazzo gentilizio sanminatese che irrompe con una propria piazza privata, sincretismo magistrale della scuola del romanico 'imperiale' con la grammatica e i modelli del repertorio rinascimentale fiorentino: tripartizione della facciata, cornici marcapiano, finestre centinate, elementi tutti legati da una pianta ad ali che si apre sul paesaggio incantevole delle colline del Valdarno. Caratteristiche che fanno di questa architettura privata con la facciata in mattoni un grandioso tema sia per la compostezza della geometria di facciata sia per la nuova pianta con contaminazioni michelangiolesche."

 

ALLEGATI

"I beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il carattere storico od artistico, oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione"

Art. 11, capo II della n.1089 del 1\6\39 recepito dal Testo Unico n.490/1999, art. 21 e art.20 Nuovo Codice dei BB.CC.

"S'intende per Restauro qualsiasi intervento volto a mantenere in efficienza, a facilitare la lettura e a trasmettere integralmente al futuro le opere."

"Sono proibiti: 2) remozioni o demolizione che cancellino l'opera attraverso il tempo. 4) alterazioni delle condizioni accessorie e ambientali nelle quali è arrivata sino al nostro tempo l'opera d'arte"

"Si ricorda la necessità di considerare tutte le operazioni di restauro sotto il sostanziale profilo conservativo, rispettando gli elementi aggiunti ed evitando comunque interventi innovativi o di ripristino. Sempre allo scopo di assicurare la sopravvivenza dei monumenti, va inoltre attentamente vagliata la possibilità di nuove utilizzazioni degli antichi edifici monumentali, quando queste non risultino incompatibili con gli interessi storico-artistici. I lavori di adattamento dovranno essere limitati al minimo, conservando scrupolosamente le forme esterne ed evitando sensibili alterazioni all'individualità tipologica, all'organismo costruttivo ed alla sequenza dei percorsi interni."

Carta del Restauro 1972 - Circolare n° 117 del 6 aprile 1972 MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

"Restauro: sono quegli inteventi tendenti alla conservazione integrale dell'edificio, al ripristino dei suoi valori storici e delle caratteristiche tipologiche ed architettoniche. L'intevento di restauro deve tendere al mantenimento di una destinazione d'uso uguale od analoga nelle sue conseguenze spaziali, distributive e tipologiche a quella originale."

Norme tecniche di attuazione del Piano Particolareggiato esecutivo del Centro Storico di Vicenza. Definizione interpretativa della teminologia usata nella normativa del P.P.

L.B.C.

 

     
     
 
     
     
     
     
 
     
   
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