L.B.C.

Archivio

 

 

 

 

 

 

 

 

Zibaldone arch.- 2019-12
Umbertide

Maggio 2012

Fig. 1 - Rocca di Umbertide (PG). Il progetto di recupero porta una nuova visione del piccolo borgo sul fiume Tevere. L'arrivo alla città è dominato dall'imponente mole della fortificazione medievale colorata dal nuovo sistema di illuminazione, fortemente percettivo nelle ore serali. Il recupero del monumento è iniziato nel lontano 1984 da parte dell'amministrazione comunale. Dopo un intenso impegno progettuale la Rocca, il 17 maggio 1986, è stata restituita alla città. La ristrutturazione è stata concepita in modo tale da consentire il recupero dell'identità storica e la completa utilizzazione dei locali. Apportate alcune modifiche strutturali, nel rispetto del nucleo originario. La novità di maggior rilievo è data dall´entrata creata alla base delle mura del torrione sinistro, per permettere il collegamento della Piazza del Mercato con Piazza Fortebracci, attraverso un percorso ricavato eliminando la terra di riporto. la Rocca è attualmente utilizzata per iniziative culturali ed espositive." Gli schizzi delle 2 tavv. sono elaborati sulla base del rilievo realizzato dallo Studio Marconi (PG). - Archivio L.B.C.
Palazzo Tornabuoni-Corsi

Novembre 2010

Fig. 1 - Palazzo Tornabuoni - Corsi (FI), Via Tornabuoni - Tavv." ASCF - Archivio Storico Fiorentino "L'edificio progettato da Michelozzo di Bartolomeo (attribuzione) alla metà del XV per Giovanni Tornabuoni capo del Banco mediceo, già immortalato nella Cappella sistina e imparentato con la famiglia Medici: la sorella Lucrezia aveva sposato Piero de' Medici figlio di Cosimo il Vecchio ed era la madre di Lorenzo il Magnifico. Ai primi del Seicento il palazzo pervenne alla famiglia Corsi. Il marchese Jacopo Corsi, che amava la musica, vi riunì la prima "Accademia di Musica" di Firenze. Successivamente, durante l'allargamento di via Tornabuoni, (1857-67) l'architetto Telemaco Buonaiuti tagliò via una considerevole fetta del palazzo michelozziano progettando un nuovissimo fronte in stile Neoquattrocentesco. La Loggetta Tornaquinci fu quindi spostata sul lato opposto del palazzo dove si trova tuttora." Archivio L.B.C.
Barocco emiliano

Ottobre 2008

Fig. 1 - Carta n. 35 del "Taccuino Senese" - Giuliano da Sangallo. "Lo fece edificare, e se ne valse per uso di propria abitazione il chiarissimo letterato e storico fiorentino messer Bartolommeo Scala. Da' suoi discendenti passò nelle monache di San Clemente; da esse in monsignor Alessandro dei Medici arcivescovo fiorentino, e poi papa Leone XI; e finalmente nella nobilissima casa Della Gherardesca, la storica celebrità della quale non può ignorarsi da' dotti. Tutti questi proprietari hanno progressivamente migliorato il palazzo ed ampliato il giardino annesso in modo, che l'uno e l'altro, presi insieme, occupano una superficie di braccia 122.744" - F. Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico-artistica-critica della città e contorni di Firenze. " Tra i migliori seguaci del Brunelleschi, restò fedel al linguaggio del primo rinascimento anche nel periodo di Bramante e Raffaello. - Il superamento del brunelleschianesimo non in nome di uno scontro frontale fra maniera fiorentina e maniera romana, bensi' snervando il linguaggio di Filippo in favore di complessi spaziali nuovi.." G. Morolli, Fi e il classicismo un rapporto difficile.
Taccuino romano

Ottobre 2008

Fig. 1 - Carta n. 35 del "Taccuino Senese" - Giuliano da Sangallo. "Lo fece edificare, e se ne valse per uso di propria abitazione il chiarissimo letterato e storico fiorentino messer Bartolommeo Scala. Da' suoi discendenti passò nelle monache di San Clemente; da esse in monsignor Alessandro dei Medici arcivescovo fiorentino, e poi papa Leone XI; e finalmente nella nobilissima casa Della Gherardesca, la storica celebrità della quale non può ignorarsi da' dotti. Tutti questi proprietari hanno progressivamente migliorato il palazzo ed ampliato il giardino annesso in modo, che l'uno e l'altro, presi insieme, occupano una superficie di braccia 122.744" - F. Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico-artistica-critica della città e contorni di Firenze. " Tra i migliori seguaci del Brunelleschi, restò fedel al linguaggio del primo rinascimento anche nel periodo di Bramante e Raffaello. - Il superamento del brunelleschianesimo non in nome di uno scontro frontale fra maniera fiorentina e maniera romana, bensi' snervando il linguaggio di Filippo in favore di complessi spaziali nuovi.." G. Morolli, Fi e il classicismo un rapporto difficile.
Villa extraurbana

Settembre 2008

Fig. 1 - Cascine di Tavola - Pianta del XVI sec. , attribuita a G. Dosio. Questa tavola riporta la configurazione del complesso circa un secolo dopo la sua costruzione. Al centro si trova la pescina; attorno a questa sul retro e sui lati, vi sono le stalle; di fronte a sinistra le stanze per la preparazione del formaggio e sulla destra le unità di abitazione. L' edificio è situato nell'area compresa tra Tavola e Castelnuovo. Una lettera di Antonio marchetti indica che le fondamenta della Cascina furono scavate nell'aprile del 1477." Nella seconda metà del Quattrocento, il giovane Lorenzo de' Medici intraprese al Poggio a Caiano e nelle zone limitrofe un'intensa campagna di acquisti e di investimenti terrieri. Lo scopo era quello di creare, accanto alla villa appena comprata e che avrebbe di lì a poco ricostruito ex novo. Il progetto laurenziano comprende un vasto complesso unitario. formato da un'estesa tenuta agricola, le Cascine, e da luoghi di svago e di delizia all'interno e all'esterno di essa A somiglianza delle tradizionali cascine di Lombardia, la fattoria ha pianta quadrangolare e si svolge attorno una vasta corte interna.
"Raffaello Sanzio "

Marzo 2008

Fig. 1 - "Palazzo Branconio dell'Aquila"- Roma, fronte, sezione e pianta. Tesi di perf. di N.Braccioni, A.V. Canale, F.Lipari. "Nonostante sia stato demolito da tre secoli, Palazzo Branconio è l'architettura di Raffaello di cui conosciamo meglio genesi del progetto e vicende successive. Si possono quindi intravvedere soprattutto alcuni dei passaggi attraverso cui Raffaello è arrivato ad eleborare una facciata di palazzo senza precedenti. Il Codice Mellon ci mostra in copia un prospetto per Palazzo Branconio inspirato nell'insieme e in molti particolari dall'emiciclo dei Mercati di Traiano, e in specie dal motivo ad arcate alternativamente incorniciate da edicole, integrato per le parti in rovina seguendo l'interpretazione che Giuliano da Sangallo aveva dato di quel monumento." Pier Nicola Pagliara - Raffaello Architetto, Milano 1984.