Conservazione Ara pacis - Roma Lungo Tevere a cura di Alessandra Meyer
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Il caso

La vecchia teca di Morpurgo era vecchia e non garantiva un adeguato livello di conservazione per i marmi

"Il padiglione progettato dal Morpurgo sessanta anni fa, oltre a non risolvere i problemi architettonici, ne creava altri molto gravi relativi alla tutela del monumento stesso. Nell'affrettata ricostruzione del 1938 venivano infatti compromessi i più elementari principi conservativi. Il controllo ambientale degli spazi veniva preso in scarsa considerazione e il traffico che oggi scorre sul Lungotevere semplicemente non era previsto. Di fatto il padiglione genera un microclima caratterizzato da variazioni estreme e persino violente di temperatura ed umidità. Queste variazioni, combinate ai danni provocati dagli agenti atmosferici - innanzitutto l'inquinamento da traffico - mettono a rischio il marmo stesso del monumento, oltre che le parti di restauro in stucco.

Matrice wrightiana

Il primo dei due progetti, ideato da Richard Meier, è diventato presto un vero e proprio "caso". L’intervento progettato ha subito diverse modifiche, apportate dallo stesso progettista, su richiesta degli organismi interessati: Regione, Comune e Ministero. Difatti, in seguito ai lavori di demolizione del vecchio padiglione del Morpurgo, il progetto del nuovo complesso museale dell’Ara Pacis prevede un ampio programma di riassetto dell’area del Mausoleo di Augusto. Il nuovo padiglione previsto da Meier sostituirà quello preesistente, edificato a protezione del monumento, già in cattivo stato di conservazione Il progetto prevede una lunga loggia vetrata, che crea un diaframma trasparente tra la riva del Tevere ed il cenotafio circolare di Augusto e, nello stesso tempo, assolve ad una funzione protettiva ed espositiva. Il complesso conterrà anche un museum shop ed un auditorium con un capienza di 150 posti. Il rivestimento è in pietra, con pannelli in acciaio e vetro; l’illuminazione è controllata attraverso un sistema computerizzato. Il progetto previsto da Meier ha suscitato le polemiche del sottosegretario ai Beni Culturali, Vittorio Sgarbi, oltre che di Massimiliano Fuksas. Anche se quest’ultimo con toni più pacati. Secondo Sgarbi e lo stesso Fuksas, il complesso progettato da Meier può compromettere la definitiva sistemazione di Piazza Augusto Imperatore. Il progetto di Meier ha suscitato numerose critiche soprattutto per la barriera in acciaio e vetro.

A. I sec. a.C.
Nuova Ara pacis

Fig. 1- Ara pacis augustae. Planivolumetrico dell'area dell'intervento. Il monumento affaccia sul Lungotevere in Augusta e presenta un fronte importante visibile dal Lungotevere d. Mellini e Prati dalla parte opposta del fiume. Il complesso conterrà anche un museum shop ed un auditorium con un capienza di 150 posti.

Fig. 2- Ara pacis augustae. Planivolumetrico complessivo dell'area. Visibile il mausoleo di Augusto adiacente a via Ripetta. Si instaura una relazione diretta tra il nuovo progetto e lo storico monumento di Augusto. Il rivestimento è in pietra, con pannelli in acciaio e vetro.

Fig. 3- Ara pacis augustae. Sezione trasversale dell'area. Sulla destra il Mausoleo di Augusto, sulla sinistra il complesso dell' Ara Pacis con il viale alberato del Lungotevere in Augusta. Il progetto prevede una lunga loggia vetrata, che crea un diaframma trasparente tra la riva del Tevere ed il cenotafio circolare di Augusto.

Fig. 3- Ara pacis augustae. Sezione longitudinale del nuovo progetto di Meier. La composizione fa centro sull'Ara Pacis e sulla Res gestae con volumi secondari a nord e sud, la luce del monumento proviene dall'alto e da un'ampia parete vetrata.

Fig. 4- Ara pacis augustae. Veduta del primo progetto presentato da Meier. La composizione si avvale di numerose invarianti linguistiche wrightiane: dalla scomposizione quadridimensionale alle strutture in aggetto con cusci e membrane.

Fig. 5- Ara pacis augustae. Veduta della seconda versione: la variazione provoca un accorciamento dei volumi secondari a nord e sud e concentra la composizione sullo spazio del monumento, pur mantenendo la metrica della finestra a nastro di matrice wrightiana.

Archivio

L'ara pacis risale al 13 a.C.: fu costruita per celebrare il vittorioso ritorno di Augusto dalle provincie occidentali

L''Ara Pacis rappresenta una delle più alte espressioni dell'arte augustea e insieme un'opera dai profondi rimandi simbolici, che acquistano significato nel quadro del passaggio storico dalla Repubblica al nuovo assetto imperiale. La sua costruzione fu votata dal Senato romano nel 13 a.C. per celebrare il vittorioso ritorno di Augusto dalle provincie occidentali, come lo stesso princeps ricorda nel racconto delle sue Res gestae. Poiché la dedicatio del monumento fu celebrata il 30 gennaio del 9 a.C., sappiamo che il completamento dell'opera richiese in tutto tre anni e mezzo, necessari alla realizzazione della ricca e complessa decorazione, affidata con tutta probabilità a scultori neoattici attivi a Roma nel I sec. a.C. v L'Ara Pacis rappresenta una delle più alte espressioni dell'arte augustea e insieme un'opera dai profondi rimandi simbolici, che acquistano significato nel quadro del passaggio storico dalla Repubblica al nuovo assetto imperiale. La sua costruzione fu votata dal Senato romano nel 13 a.C. per celebrare il vittorioso ritorno di Augusto dalle provincie occidentali, come lo stesso princeps ricorda nel racconto delle sue Res gestae. Poiché la dedicatio del monumento fu celebrata il 30 gennaio del 9 a.C., sappiamo che il completamento dell'opera richiese in tutto tre anni e mezzo, necessari alla realizzazione della ricca e complessa decorazione, affidata con tutta probabilità a scultori neoattici attivi a Roma nel I sec. a.C.

Decorazione scultorea

"L'Ara Pacis è costituita da un recinto con due fronti di m.11,63 e due lati di m.10,625. Al centro dei lati più corti due aperture danno accesso all'altare propriamente detto, sul quale venivano compiuti i sacrifici. La decorazione scultorea corre sia sul lati esterni che su quelli interni del recinto. Quella esterna si svolge su due fasce: la superiore reca un fregio figurato, l'inferiore una decorazione vegetale a girali d'acanto. Questa decorazione a bassorilievo rappresenta uno dei capolavori della scultura classica irali si sviluppano con simmetria rigorosa intorno all'asse disegnato dallo stelo verticale dell'acanto e celano nel fogliame piccoli animali (lucertole, serpenti, scorpioni e rane) o si intrecciano con rami di altre piante (uva, edera ed alloro). L'intera composizione è sormontata e ritmata dalla presenza di cigni ad ali spiegate in posizione araldica. L'evidente valenza simbolica dell'intero disegno e dei singoli elementi allude allo stato aureo di natura e al ritorno di un'età di rinascita e prosperità sotto la guida del princeps.

 

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