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Canto dei Medici
 
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Via Larga, Canto de' Medici- via Cavour
Restyling urbano di via Cavour | sec XV e XXI
Aprile 2024
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Bozzato fiorentino Cagli (PU)
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Gaia erranza sui fondamenti della Cultura della conservazione italiana; via Cavour (ex via Larga) non è mai stata un viale alberato

"Non esistevano 'arancini' in via Larga, lo documenta bene e fotograficamente anche il quadro di Granacci agli Uffizi, anche se circolavano in città per ben altri motivi (vedi il Canto degli aranci in via Verdi). Via Larga non era tipologicamente un viale non lo è mai stata. Alterare un asse viario storico di questo tipo a partire dalla facciata michelozziana di palazzo Medici con la Loggia d'angolo dei Medici (Canto de' Medici) è una grave forzatura arbitraria che stravolge lo spazio del palazzo mediceo. il palazzo di Cosimo il Vecchio rimane un architettura di pregio di gramde importanza nella storia del palazzo privato della borghesia mercantile fiorentina. Un restyling a verde di questo tipo disattende i fondamenti della ‘Cultura della Conservazione italiana’. Valgono sempre i principi guida riportati nelle Carte del restauro (1972). Cosa ne avrebbe pensato Cesare Brandi, fondatore dell'istituto centrale del Restauro, teorizzatore dei fondamenti della Conservazione italiana, degli arancini fissi e piantati stabilmente davanti alla fronte di un palazzo del '400 che conserva una integrità della facciata originaria?

"I beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il carattere storico od artistico, oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione"

Art. 11, capo II della n.1089 del 1\6\39 recepito dal Testo Unico n.490/1999, art. 21 e art.20 Nuovo Codice dei BB.CC.

Sono proibiti: 2) remozioni o demolizione che cancellino l'opera attraverso il tempo. 4) alterazioni delle condizioni accessorie e ambientali nelle quali è arrivata sino al nostro tempo l'opera d'arte"

""Sono proibiti: 2) remozioni o demolizione che cancellino l'opera attraverso il tempo. 4) alterazioni delle condizioni accessorie e ambientali nelle quali è arrivata sino al nostro tempo l'opera d'arte" "Restauro: sono quegli interventi tendenti alla conservazione integrale dell'edificio, al ripristino dei suoi valori storici e delle caratteristiche tipologiche ed architettoniche. L'intervento di restauro deve tendere al mantenimento di una destinazione d'uso uguale od analoga nelle sue conseguenze spaziali, distributive e tipologiche a quella originale

Carta del Restauro 1972 - Circolare n° 117 del 6 aprile 1972 MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE."


I semafori però davanti alle 'finestre inginocchiate' di Michelangelo, quelle che occludevano la vecchia Loggia d'angolo dei Medici, a meno di un metro e mezzo di distanza, li hanno lasciati stabilmente per 30 anni senza che nessuno dicesse niente. Compreso l’ordine degli architetti, questo già dai tempi del sindaco Morales, a testimoniare la scarsa attenzione delle istituzioni e dei fiorentini per questo spazio urbano delle città che nella meta del Quattrocento era il centro pulsante degli affari medicei. Fino all'itituzione dell'isola pedonale ad opera del Sindaco Matteo Renzi, era una importante arteria di traffico urbano. A proposito di Cultura della conservazione. ' Gli aranci di via Cavour: perché il progetto di un doppio filare di aranci è insensato e irrispettoso del centro antico: una importante presa di posizione contro questa ennesima iniziativa di ecologismo di facciata del Sindaco e della Giunta di Firenze'.

(L.b.c. e I.N. Firenze)

A - Raffronto delle due prospettive davanti al Canto de' Medici (Via Larga). (fotomontaggio Courtesy Firenze today) e il quadro agli Uffizi di Francesco Granacci; ingresso in città di Carlo VIII. Non. esistevano 'arancini' in via Larga, lo documenta bene e fotograficamente anche il quadro del Granacci anche se circolavano in città per ben altri motivi. (via Giuseppe Verdi Canto degli Aranci).

"Guliano da Sangallo, Brunelleschi, Leon Battista Alberti, (La nuovissima facciata di S. M. Novella 1470), Bartolomeo Corradini (Fra' Carnevale) Maso di Bartolomeo: i modelli Fiorentini circolavano copiosi nella Costa adriatica, nel cantiere del palazzo ducale di Urbino a partire dalla metà del Quattrocento. Sappiamo della costante contaminazione che avveniva per i modelli fiorentini attraverso il cantiere del Palazzo Ducale di cui queste opere sono un autentico manifesto sia sul piano albertiano che su quello brunelleschiano. In questa relazione stilistico-formale c'è più di quanto si possa immaginare sulla scoperta delle due opere giovanili bramantesche che siamo riusciti a documentare con fonti bibliografiche e archivistiche (già esistenti dal 1949) del secondo Dopoguerra. La mancanza di investimenti di ricerca ha determinato infatti un incredibile vuoto storiografico dagli anni Settanta che il Forum Bramante 2023, Bramante e Palladio, le origini dell'architettura moderna, ha cercato di colmare con questa nuova pubblicazione insieme al Catalogo inedito di Arnaldo Bruschi della "Mostra che ha fatto il giro del mondo"

'Bugnati fiorentini, (muro con lavorazione a bugnato), riferimento per la costruzione della facciata del palazzo di città del Giureconsulto della corte dei Montefeltro Luca Preziosi, per Palazzo Preziosi-Brancaleoni. "Il bugnato della fronte principale rimanda l'esempio di bugnato rustico del palazzo dello Strozzino in Firenze che Palla Strozzi ebbe a far realizzare negli anni 1425-1434 su disegno di quel Michelozzo che più tardi nel 1444 avrebbe progettato per Cosimo de Medici il primo palazzo bugnato di chiara impronta rinascimentale.'
A. Mazzacchera, Portali gentilizi a Cagli,1999, p. 28
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Immagine con la prospettiva di via Cavour; tratta d un servizio giornalistico locale che ci fa vedere l'accostamento del verde degli aranci con il colore della facciata michelozziana di palazzo Medici-Riccardi. Notoriamente il Canto dei Medici non aveva aranci di sorta tantomeno un filare di alberi che caratterizza tipologicamente un viale.

"I Bugnati fiorentini, (muro con lavorazione a bugnato), riferimento per la costruzione della facciata del palazzo di città del Giureconsulto della corte dei Montefeltro Luca Preziosi, per Palazzo Preziosi-Brancaleoni. "Il bugnato della fronte principale rimanda l'esempio di bugnato rustico del palazzo dello Strozzino in Firenze che Palla Strozzi ebbe a far realizzare negli anni 1425-1434 su disegno di quel Michelozzo che più tardi nel 1444 avrebbe progettato per Cosimo de Medici il primo palazzo bugnato di chiara impronta rinascimentale.
A. Mazzacchera, Portali gentilizi a Cagli,1999, p. 28
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..a proposito del 'bugnato fiorentino', nella Costa adriatica il bugnato di facciata non ha mai fatto scuola (alcuni casi di bugnato regolare si segnalano nelle città di Fossombrone) tantomeno il bozzato irregolare, introdotto nel palazzi di Cosimo de' Medici, che Luca Preziosi utiizza per il suo palazzo di Città con evidenti analogie con i tratti identitari dei palazzi fiorentini della metà del Quattrocento. I lavori cominciarono alla fine del XIV secolo e si protrassero fino al 1440 con la costruzione della facciata, di gusto fiorentino, attribuita alla scuola di Michelozzo di Bartolomeo

(L.b.c.).

A - Montaggio di tre situazioni urbane profondamente differenti: piazza dei Ciompi, del Carmine e via Cavour (Via Larga). Pastiche tratto dalla pagina del sindaco di Firenze Dario Nardella. Una riflessione profondamente attuale che riporta allattenzione dei professioni e dei cittadini la deregolamentazione della Cultura della conservazione italiana.

"Pubblichiamo questa lettera al sindaco di Firenze, sottoscritta da numerosi e qualificati intellettuali ed esponenti della cultura, perché sia diffusa e conosciuta. Al di là degli interventi non concordanti di altre note personalità (quali Stefano Mancuso e Tomaso Montanari) essa infatti conferma l’azione di tutela del patrimonio culturale ambientale della città e dell’area metropolitana di Firenze, pienamente condivisa da Italia Nostra, che sta sostenendo, da oltre cinque anni – del tutto inascoltata dal Comune – l’esigenza di salvaguardare gli alberi esistenti da tagli completamente immotivati e di potenziare, ovunque sia possibile, il patrimonio di verde pubblico, proprio per le sue tante insostituibili funzioni (a partire da quelle ecologiche e sanitarie), ricostituendo un adeguato Servizio Giardinieri, ora quasi smantellato. Quanto al progetto in questione, IN lo ritiene incompatibile con la monumentalità del centro storico e con le sue funzioni allargate alla corretta fruizione visiva del patrimonio architettonico e di città UNESCO nel suo complesso, e ciò al di là dell’assoluta estraneità degli aranci al contesto fiorentino, intendendo la città e non gli storici giardini delle ville. Aggiungiamo che, piantare alberi in strade della città storica implica una complessa cantierizzazione con completa revisione delle reti, infrastrutture, marciapiedi, sosta e mobilità e della sistemazione degli spazi aperti a terra. E’ stato appena adottato il Piano Operativo, che a questo punto è già vecchio, in quanto il Sindaco esprime idee che non sono contenute nel Piano e la parte dedicata agli spazi aperti e al verde, nella città storica appare irrisoria….Piuttosto, il Sindaco avrebbe potuto/dovuto aprire un ragionamento serio, rimettendo il Piano al centro della discussione: da estendere anche al fiume Arno, che svolge un ruolo importante per l’equilibrio termico, e, con la sua gestione naturalistica, pure un contributo rilevanteper il verde. alone d'onore".

Testo di Italia Nostra Firenze

La messa in opera della piantumazione degli aranci alla presenza del sindaco Dario Nardella. Evento rappresentato mediaticamente alla presenza di giornalisti e di un codazzo di cittadini curiosi del rivoluzionario restyling urbano messo in opera dalla Giunta del comune di Firenze.

 

 

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