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Parco archeologico
 
 

 

 
Palazzo Scala - Gherardesca
"Urbanistica contrattata"
Ottobre 2008

"Speculazione alla laurenziana Villa Scala e parco Della Gherardesca in Borgo Pinti a Firenze

La vendita da parte della SMI (Società di Metallurgia Italiana) nel 2002 di palazzo Scala della Gherardesca (SMI), in assenza di un progetto di recupero da parte dell'amministrazione pubblica, ha consegnato l'area di alto valore monumentale al mercato dei privati. Questa "latitanza" da parte delle istituzioni ha favorito una speculazione edilizia ed urbanistica in grande scala ad opera di Fingen e del gruppo Fratini all'interno di un complesso di alto valore monumentale e di un gioiello laurenziano, patrimonio dell'umanità. Si è aperta la strada a un vero e proprio clima di deregulation; contrattazione urbanistica sui generis, che ha favorito gli interessi di mercato di capitali privati in deroga ai principi di tutela sanciti dalla Costituzione e dal nuovo Codice dei Beni Culturali. Il progetto del Gruppo Fratini ha decontestualizzato un intera area di alto valore monumentale all'interno del centro storico, destinata ad attrezzature pubbliche e alla cittadinanza sottraendola cosi alla visibilità in favore di interessi elitari dell'extra lusso fiorentino.

Una preoccupante mancanza di informazione si è registrata nei confronti dei cittadini di cui si è resa partecipe la Soprintendenza ai beni architettonici di Firenze insieme all'amministrazione fiorentina. Un silenzio che ha consentito l'iter indisturbato dell'intero progetto senza facoltà di discussione da parte degli organi di tutela. Questi sono rimasti integralmente esclusi dalla progettazione del più grande parco privato della città di Firenze per un importo complessivo di ca. 42 milioni di euro.

L''assalto al patrimonio' nella cultura del berlusconismo è diventato uno strumento ordinario di amministrazione dell'urbanistica italiana. Ricordiamo che nel nostro paese non esite alcun diritto di informazione, nemmeno per motivi di studio e ricerca, sulle procedure di trasformazione degli edifici storici di proprietà privata. Questo problema si estende talvolta anche alle pratiche di ristrutturazione di beni demaniali, comunque di difficile consultazione. Gli unici organi che hanno facoltà di controllo e accesso alla documentazione sono le Soprintendenze le quali sono spesso soggette a regimi di contrattazione ad opera di privati di cui non si ha alcuna visibilità nei media. Il paese che ha varato la legge di tutela più avanzata del mondo (n.1089/39) sta svendendo gran parte del suo patrimonio pubblico e privato con il silenzio sconcertante di storici ed architetti in favore di un inaccettabile regime di speculazione e liberismo da parte del mercato immobiliare privato.

Questo contesto ha favorito la trasformazione irreversibile di una grande area di verde privato all'interno del centro storico della città in una zona che ospita la più grande concentrazione di giardini storici del rinascimento fiorentino, (Giardino dei Semplici, Palazzo Guadagni di S. Clemente, Palazzo Capponi, Convento del Maglio, Casino Mediceo ex Giardino di Lorenzo, Parco della Gherardesca) culla del pensiero ermetico occidentale. Una riorganizzazione di un'intera area di pregio, con parco storico annesso di inestimabile valore urbanistico (progettazione urbanistica) al di fuori dello strumento del concorso di idee auspicato per aree strategiche di alto valore monumentale. La realizzazione del progetto colloca la città di Firenze al di fuori dei principi di tutela del patrimonio e delle Carte del Restauro e consegna questa monumentale operazione di bussines plan (42 mlioni di euro) come elemento paradigmatico del nuovo clima di deregulation inaugurato dalla legge n.112 del 2002 che istituiva le società Patrimonio e Infrastrutture spa. Il progetto è stato organizzato esclusivamente all'interno di istanze commerciali private e si è reso possibile con varianti ad hoc all'interno del PRG, permessi di costruire rilasciati all'interno di un regime di contrattazione. Lo stesso silenzio di tutta la stampa in questa direzione segnala un clima inaccettabile di qualunquismo culturale orientato esclusivamente alla speculazione sul patrimonio storico della città di Firenze. Registriamo in questa direzione un informazione addomesticata e di tendenza incapace di fare informazione nei confronti dei cittadini e di produrre elementi di analisi dei fenomeni culturali al di fuori di una superficiale lettura naturalistica.

Segnaliamo un breve abstract del dossier che verrà segnalato a Report Raitre:

 

  • Destinazione d'uso non compatibile (albergo) per l'alto valore monumentale del complesso ai sensi dell'art. 20 del Nuovo Codice dei bb.cc. - vincolato ai sensi del d.lgs 490/99: Villa e Giardino storico: 118 appartamenti, di cui 8 suite, 2 imperiali con vasche idromassaggio
  • Nuovo accesso al giardino su viale Matteotti - non conforme agli strumenti urbanistici
  • Realizzazione di alcuni locali di servizio interrati di 4 mt di fronte alla facciata ovest sul giardino - non conforme agli strumenti urbanistici
  • Realizzazione di una Piscina - non conforme agli strumenti urbanistici lato Orangerie
  • Realizzazione ex novo di una rampa lato ingresso servizi - non conforme agli strumenti urbanistici
  • Realizzazione di importanti volumetrie per gli impianti lato Viale Matteotti - non conforme agli strumenti urbanistici
  • Realizzazione di box macchina e depositi all'interno del parco lato Viale Matteotti - non conformi agli strumenti urbanistici
  • Riuso dell'intero giardino con organizzazione dei percorsi ad uso esclusivo per le funzioni di albergo, con enorme spreco di spazio di aree destinate ad atrezzature collettive

 

 

Bartolomeo Scala, priore e gonfaloniere di giustizia, segretario della Repubblica Fiorentina.

"La casa del cancelliere"

"Lo fece edificare, e se ne valse per uso di propria abitazione il chiarissimo letterato e storico fiorentino messer Bartolommeo Scala. Da' suoi discendenti passò nelle monache di San Clemente; da esse in monsignor Alessandro dei Medici arcivescovo fiorentino, e poi papa Leone XI; e finalmente nella nobilissima casa Della Gherardesca, la storica celebrità della quale non può ignorarsi da' dotti. Tutti questi proprietari hanno progressivamente migliorato il palazzo ed ampliato il giardino annesso in modo, che l'uno e l'altro, presi insieme, occupano una superficie di braccia 122.744" - F. Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico -artistica-critica della città e contorni di Firenze -

"Il progetto di Giuliano da Sangallo costituisce per il patrimonio formale del rinascimento fiorentino l'ambito di quello che si definisce "rinascimento laurenziano"riguardando il periodo del governo di Lorenzo de Medici.. I palazzi di Giuliano richiamano da vicino e inaugurano la contaminazione del vocabolario vitruviano che nel primo scorcio del sec. XV non fece scuola a Firenze. " L.P.

"Il superamento del brunelleschianesimo non in nome di uno scontro frontale fra maniera fiorentina e maniera romana, bensi' snervando il linguaggio di filippo in fafore di complessi spaziali nuovi.". G. Morolli, Firenze e il classicismo un rapporto difficile, Firenze 1988.

 

Trasformazioni:

"L'antico giardino Pinti, già Scala, annesso al palazzo quattrocentesco di Giuliano da Sangallo, è citato dalle fonti come uno dei più belli di Firenze. Il conte Guido Alberto della Gherardesca agli inizi dell'800 trasformò il giardino all'inglese con viali, un laghetto artificiale e una piantagione di alberi d'alto fusto; l'architetto Giuseppe Cacialli progettò un tempietto ionico, con la volta decorata da Antonio Marini, e vi trovarono posto anche un kaffeehaus e un casino corinzio. Antonio Targioni Tozzetti ricorda che verso il 1844 arrivò da Napoli una pianta di mandarino. Nel 1857, il giardino ospitò la quarta Esposizione della Società Toscana di Orticoltura. Il contesto architettonico si presta invece particolarmente ad un riuso universitario, o quantomeno di una struttura pubblica polivamente. L'ambito dei lavori dichiarano esplicitamente la condizione del tutto eccezzionale del committente e la grande quantità di spreco di spazio dovuta alle limitazioni del vincolo storico. Questo risulta evidente per le stesse caratteristiche architettoniche del sito e dello stesso edificio che ospita saloni di 250 mq evidentemente non frazionabili ne modificabili nel loro impianto originario ma utilizzabili per grandi aule, sala conferenze"

L.B.C.

 

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