Conservazione Convento di S. Domenico S.Gimignano
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Il caso

S. Gimignano si ribella all'esporprio: (Osvaldo Sabato l'Unità, 4/6/2003)

"Non si comprende perché l'amministrazione comunale avrebbe dovuto avallare la scelta del demanio di vendere l'ex convento di San Domenico ai privati per farne un mega albergo a cinque stelle con parcheggi auto sottoterra. Il via vai di pullman e gli sciami dei turisti lasciano già il segno nel pieno centro storico di San Gimignano. Il loro continuo viaggio in quella che parrebbe essere una sorta di macchina del tempo, non conosce sosta. Infatti, appena superi una delle porte d'ingresso delle mura di cinta, ti trovi subito indietro di centinaia di anni. Qui i Templari sembrano ancora di casa. E allora la domanda che molti cittadini si pongono è una sola: vale la pena sbancare una collina per fare un parcheggio sotterraneo, cancellare dalla memoria collettiva uno dei luoghi simbolo di San Gimignano, come è appunto l'ex convento ed ex carcere di san Domenico?

Proprietà del ministero

Il ministero degli Interni proprietario della struttura, che occupa quasi 7,5 mila quadrati in pieno centro, attraverso il demanio pensa che sia il caso. Ritiene che solo vendendolo ai privati si possano raggranellare diversi milioni di euro per le casse pubbliche. Se questo significherà stravolgere il delicato sistema urbanistico e vaporizzare parte della storia di questa cittadina, non è che gliene freghi granché. Gli affari, sono affari. E chi meglio di questo governo sa come vanno le cose in questo settore? "Privato è diventata la parola magica. Io sono abbastanza allarmato da come vanno le cose. Sembra che l'erosione dall'interno dello Stato non risparmi più nessuno - commenta lo storico Franco Cardini - e sembra una moda diffusa: in Inghilterra il laburista Tony Blair si comporta come il liberale, a parole, Silvio Berlusconi. E non si salvano nemmeno gli Stati Uniti, con il governo Bush, che è un vero e proprio comitato di affari". Nonostante tutto la battaglia del sindaco di San Gimignano, Marco Lisi, e del comitato di cittadini che si oppongono alla vendita del convento, va avanti. Sull'antica chiesa di S. Stefano in canova sorse nel 1353 il Convento di S. Domenico. Fu consacrato il 2 ottobre 1396 e i domenicani vi rimasero fino alla soppressione voluta dal granduca Pietro Leopoldo nel 1787. Fu adibito ad ospizio, successivamente ad ergastolo feminile e dal 1849 divenne penitenziario maschile. E' stato dismesso il 17 novembre del 1991.

Arch. religiosa sec. XIII
Conv. di S. Domenico

Fig. 1 - Convento di S. Domenico S. Gimignano, planimetria della città con la posizione del convento del XIII sec. a ridosso delle mura a pochi metri da porta Pisana. il Convento di S. Domenico sorse nel 1353. Fu consacrato il 2 ottobre 1396 e i domenicani vi rimasero fino al 1787. Un albergo a cinque stelle con parcheggi auto sottoterra; è questo il programma del ministero degli Interni proprietario della struttura. La battaglia del sindaco di San Gimignano, Marco Lisi e del comitato di cittadini che si oppongono alla vendita del convento, va avanti. (Tavola Giovanni Fanelli, Vol. Toscana, Cultura delle citta).

Fig. 2 - Convento di S. Domenico S. Gimignano, foto aerea del borgo nella zona di Porta pisana. Il ministero degli Interni è proprietario della struttura, che occupa quasi 7,5 mila quadrati in pieno centro. E' una vergogna che il comune debba acquistare un patrimonio che gli appartiene per restituirlo alla città e sottrarlo a interessi elitari L'appello a salvaguardia dell'ex carcere è sottoscritto da famose personalità del mondo della cultura come, lo storico Franco Cardini e il sovrintendente regionale Antonio Paolucci.

Fig. 3 - Convento di S. Domenico S. Gimignano, planimetria della città con la posizione del convento nella collina di porta pisana. Il complesso conventuale è a ridosso delle mura nell'ala orientale. Rispetto a Piazza delle Cisterna l'edificio risulta dalla parte opposta del convento di S. Agostino. Vale la pena sbancare una collina per fare un parcheggio sotterraneo, cancellare dalla memoria collettiva uno dei luoghi simbolo di San Gimignano, come è appunto l'ex convento ed ex carcere di san Domenico?

Risoluzione della Commissione VII sull'ex-convento di S. Domenico a San Gimignano

La commissione impegna il Governo ad affrontare e risolvere tale situazione nel più breve tempo possibile, facendo in modo che tale bene, così prezioso dal punto di vista culturale, storico ed urbanistico, sia affidato o venduto al comune il quale, in collaborazione con le autorità preposte alla tutela e nell'ambito di una eventuale sinergia tra pubblico e privato (Lunedì 16 giugno 2003)

Appello

L'appello a salvaguardia dell'ex carcere sottoscritto da famose personalità del mondo della cultura come, appunto, lo storico Franco Cardini e il sovrintendente regionale ai poli museali ed ex ministro, Antonio Paolucci: io vorrei la migliore valorizzazione monumentale di questo bene. Vorrei che vivesse, che fosse reso utile, funzionante, tutelato e custodito. È il problema drammatico che noi sovrintendenti dobbiamo affrontare tutti i giorni con chiese dismesse, contrade abbandonate e con quartieri storici non più abitati". Il grido di allarme è stato raccolto dal parlamentare della Margherita e presidente nazionale di Legambiente, Ermete Realacci, che per far luce sulla controversa questione ha annunciato un'interrogazione parlamentare. "È una vergogna che il comune debba acquistare un patrimonio che gli appartiene per restituirlo alla città e sottrarlo a interessi elitari" tuona il presidente di Legambiente Toscana, Piero Barontì.

Strategie di vendita

''E' probabile che l'attacco non si faccia tanto sulla base di quei beni che ormai sono nella lista nera. La tecnica è ormai chiara e consiste nel creare continui stati eccezionali. Ci si infila con un atto di forza, che poi una volta creato come precedente può essere moltiplicato per dieci, cento, mille. Il trend sembra essere questo". Il comune cosa vorrebbe fare di questo complesso? si chiede Paolucci: "II mercato la sua proposta l'ha fatta. Cosa si propone come alternativa?". Vuole farne un quartiere aperto alla città, con giardini pubblici di conservazione degli alberi da frutto più antichi della Toscana, un teatro all'aperto, laboratori per artisti e artigiani, uno spazio museale e un piccolo bar e ristorante. Il tutto gestito da una società mista pubblica e privata. Per farlo il sindaco Lisi è disposto ad arrivare alle maniere forti con il demanio, fino all'esproprio."

 

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