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Città
di
Montopoli Valdarno (PI)
a cura del Circolo
di Studio 2009 (pag. in allestimento) | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| P.
della Commedia |
Pieve
di S. Giovanni E. |
P.
Damucci |
Palazzo Galli | SS.Annunziata
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O. S. Sebastiano |
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La rocca:"Castello insigne" Giugno I documenti storici parlano per la prima volta del castello di Montopoli nel 1017. Il castello conservò grande importanza strategica per quasi tutta l´epoca medioevale. Restò sotto la giurisdizione del vescovo di Lucca fino al 1162, quando fu assegnato dall´imperatore Federico di Svevia alla fedele Pisa ghibellina. La costruzione interamente in mattoni presente un circuito murario con torri e entiporte. Il castello di Montopoli ha vissuto un perido travagliato a causa delle posizione geografica strategica e fu conteso tra Pisa, Lucca e Firenze. Palazzo della commedia: la loggia pubblica Luglio Detto anche palazzo 'della Commedia' la sua fondazione è documentata nel 1346. Nato come palazzo del Vescovo di Lucca, in seguito assunse la residenza di podestà e dei castellani prendendo anche il nome di "Commedia"perchè sul fronte posteriore fu destinato a Teatro pubblico. Il grande arco di mattoni che è ancora visibile al centro della facciata in origine faceva parte di un grande loggiato. Lo stanzone della "Commedia" messo all'incanto, fu usato come fonte di materiale di recupero per costruire e completare il nuovo ponte sulla Vaghera. La loggia di Palazzo della Cancelleria Luglio Il palazzo è l'unico in tutto il centro di 'Montopoli' che conserva la loggia la città sino al 1412 era suddivisa in terzieri, e questa loggia faceva appunto parte del terziere del Poggio, le altre du rispettivamente quella delle Pieve e quella di S. Matteo sono andate perdute: la prima è stata chiusa e adibita a civile abitazione, mentre la seconda è stata demolita pochi anni dopo il 1637 in seguito a una vicenda nata nel 1604 da parte del Reverendo Vincenzo Langeri che voleva chiuderla e usarla per la sua proprietà in quanto riteneva che l'uso delle suddetta era improprio. La richiesta fu, naturalmente, respinta dal Comune, che la riteneva invece importante per l'uso che ne poteva fare la comunità e per la devozione all'immagine delle Madonna. "La loggia è davanti alla grande loggia pubblica al palazzo della Commedia e si trova sotto il poggio di rocca." La scuola di Palazzo Grifoni Marzo La scuola del laterizio di cui palazzo Grifoni a S. Miniato rappresenta l'episodio più illustre si riverbera in tutte le città del Valdarno Inferiore con le facciate in mattoni. Si tratta di un caso importante e discusso di anastilosi di un edificio storico. A seguito di ricerche del CdS risulta che la grande fronte in mattoni è stata intonacata durante i lavori e la nuova facciata tinteggiata di giallo. Il palazzo che aveva esportato a Firenze, in piazza SS. Annunziata, (palazzo Budini-Gattai) la scuola del laterizio del Valdarno Inferiore ha perso in maniera irreversibile l'aspetto originario costituendo un caso sui generis di restauro in Stile del '900.
La famiglia Pucci a Montopoli Luglio Un palazzo ampiamente ristrutturato all'esterno con originaria facciata in laterizio. "Famiglia di origine fiorentina, i Pucci discendono da un Puccio di Benintendi, legnaiolo, vissuto nella seconda metà del XIII secolo. Ai primi del Quattrocento la famiglia si divise in due diramazioni principali, quelle derivanti da Puccio e Saracino, figli di Antonio di Puccio. Nato nel 1389, Puccio fu un fedele seguace del partito mediceo che Cosimo ricompensò, dopo l'ascesa al potere, assegnandoli importanti e prestigiosi incarichi politici e diplomatici. Dai figli di Puccio ebbero origine quattro ulteriori ramificazioni: quella derivante dal primogenito Antonio fu la più longeva, la discendenza di Bartolomeo si estinse nel 1574, da Tommaso ebbe origine un ramo che si esaurì nel 1600, infine dall'ultimogenito ". |
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La pieve di S. Giovanni Evangelista e Stefano. La Pieve dedicata ai santi Giovanni Evangelista e Stefano risale con ogni probabilità agli inizi del XIV secolo; nel 1348 infatti vi furono creati l'altare e il ricco beneficio della SS. Annunziata. La chiesa è stata attraverso i secoli più volte rimaneggiata dell'impianto gotico rimane l'apparecchio murario in mattoni ancora visibile. Ben conservata la torre campanaria a pianta quadrata. L'interno è ad aula unica. In origine dove si trova la chiesa vi era solo una cappella intitolata a S. Stefano e attestata a Montopoli già a partire dal 1195, e poi come suffraganea della Pieve di S. pietro a Mosciano. La cappella era a pianta ottagonale, sono presenti esternamente le tracce della vecchia facciata sul fianco a nord-est, nelle parte prossima al campanile. Palazzo comunale: la loggia, del palazzo e dell'Oliveta. L'edificio del palazzo comunale dei Montopoli risale alla seconda metà del sec. XIX con una facciata bipartita con una fascia a bugnato, impaginata su schema bramantesco. Prospiciente la Torre di S. Matteo ospitava nello spazio antistante, al tempo dei terzieri, una loggia, collocata originariamente tra la Sala parrocchiale Pio XII e il palazzo. Lo spazio voltato era intitolato a S. Matteo perchè nei pressi delle preesistente chiesa. nella facciata a nord sono rimaste al primo e secondo piano le colonne di due logge esterne del palazzo con colonne doriche. Palazzo Damucci-Toscani Via s. Stefano 13/15. Importante palazzo in via S. Stefano, appartenuto nel '500 alla famiglia Toscani. Di scuola fiorentina con una facciata interamente ad intonaco. La fronte tripartita a sei assi finestre presenta un portale a bugne con l'ingresso delle stalle a sinistra e una finestra architravata in pietra serena. Una architettura della scuola fiorentina di Baccio d'Agnolo costruito secondo i lineamenti severi del clima repubblicano. Quel rigore riformistico che fece di palazzo degli Abizi a Firenze il modello di una serie di palazzi ad intonaco. Palazzo Galli. in via del Falcone n. 8. Il palazzo proprietà di un ramo della famiglia Cherubini. Anche questo edificio è di scuola fiorentina con facciata ad intonaco e listature di pietra serena. la facciata è canonicamente tripartita con cornicioni marcapiano, nella faccia al piano terra presenta, come palazzo Damucci, tra aperture con le storiche "finestre rettangolari" riportando l'impaginatro di facciata del repertorio repubblicano alla Baccio d'Agnolo. Ai piani superiori l'impiego di finestre rettangolari al posto delle fiorentine "finestre centinate a bugne". discostandosi dei modelli di palazzo Albizi e Guadagni a Firenze. Oratorio S. Sebastiano. Lo spazio dell'Oratorio della si evidenzia con una grande aula che diventa monumentale attraverso il portico esterno, esonartece periptero che genera un grande spazio antistante l'edifficio. Fu edificato a partire dal 1506 a spese del Comune, sul luogo di una precedente loggetta contenente un'immagine della Madonna. Nel 1593 se ne deliberò l'ampliamento. La loggia che circonda l'edificio fu costruita nel 1603, ma fu completamente ristrutturata nel 1666, contemporaneamente all'edificazione degli altari laterali della chiesa. Il palazzo Fiorito. "L'edificio in via Guicciardini n. 50 presenta attualemente una facciata tripartita dallo schema bramantesco fortemente degradata con bugnato al piano terreno, un portale centrale e simmetricamente le due aperture per le stalle. ai piani superiori finiestre architravate in pietra serena. E' chiamato dagli abitanti del paese palazzo fiorito, questo è dovuto alla particolarità del graffito fiorentino che con ornamenti floreali decorava tuttta la facciata. Inoltre si dice che fosse appartenuto alla famiglia medici e che internamente fosse riccamente arredato con pavimenti di mattonalle fatte a mano dai coliri giallo, verde e azzurro con ornamenti floreali e foglie d'acanto e dai bellissimi caminetti. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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