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Cappella Rucellai -
S. Pancrazio
Marzo 2013
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La 'cappella privata', capitolo strategico per la proprietà privata della borghesia mercantile del Quattrocento

"L a riapertura della Cappella dei Rucellai in San Pancrazio rimane un grande evento mediatico per il turismo toscano. Al di la della 'notizia fiorentina' la riapertura di questo spazio ci porta alla rilettura delle sepolture dei grandi Mercanti fiorentini. Il tema della Cappella privata rappresentava un capitolo strategico all'interno della proprietà privata del ceto mercantile del Quattrocento. Un chiave di lettura di un epoca che va ben oltre la restituzione tridimensionale di un 'opera d'arte'. Firenze sul tema presenta una galleria di soluzioni formali che interessano le più grandi famiglie mercantili. Il riferimento alle analoghe architetture dei Medici sembra scontato soprattutto nella relazione: Cappella privata-Spazio sacro. I Medici scelsero in San Lorenzo la Sacrestia Vecchia della nuova basilica brunelleschiana inaugurando la 'rivoluzionaria' collocazione sotto l'Altare, analogamente Giovanni Rucellai, nella chiesa di San Pancrazio, scelse la riproduzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme' per il quale la committenza, oltre all'auspicato ruolo intercessore, voleva catturare le sue doti sacre e devozionali."

Ingresso della Cappella si via della Spada

"L'immagine (sopra) ci mostra l'attuale ingresso dello spazio museale dal via della Spada, con il portale architravato sempre rimasto chiuso per l'offerta turistica della città. Dalla strada s'intravede facilmente sullo sfondo il palazzo di Filippo Strozzi, un'arteria del centro a tutt'oggi piena di motorini parcheggiati e cassonetti. Siamo nel Quartiere storico dei Rucellai, i mercanti dell''Oricello' dietro l'asse di via della Vigna Nuova che immette su Ponte alla Carraia. Palazzo Rucellai è a duecento metri dalla chiesa. Via dei Palchetti infatti collega la dimora albertiana e Loggia esterna con la Cappella di famiglia nel giro di un isolato. L'ingresso del Museo Marino Marini con le colonne trabeate e fregio strigilato, riposizionate maldestramente dall'aula del Sacello dei Rucellai, rimane ancora l'elemento dominante della piazza San Pancrazio ad angolo tra via della Spada e via dei Federighi. Dominante perchè è sempre stato 'atipico', non solo per un lessico museale codificato per gli spazi fiorentini, ma anche per la grammatica conventuale nonchè per il repertorio vitruviano nel quale non ci sono precedenti portali di ingresso a complessi religiosi con colonne trabeate. Si tratta infatti di un portale ricostruito nel 1808, anno della soppressione napoleonica e della sconsacrazione del complesso monastico di San Pancrazio, con la rimozione del triforio albertiano, e la sua ricomposizione con proporzioni fortemente alterate. Segue l’impiego come lotteria napoleonica, sede della pretura e poi della Manifattura Tabacchi. L'evoluzione dello spazio conventuale si conclude nel 1988 con l’apertura di uno nuovo spazio museale legato allo sculture pistoiese Marino Marini."

L.I.

Sepoltura di Giovanni di Bicci - San Lorenzo

"La cappella Rucellai, distinta al Nuovo Catasto Edilizio Urbano di Firenze al Foglio di mappa 165 con particella B, confinante con via della Spada, piazza S. Pancrazio e con le altre proprietà distinte allo stesso Foglio 165 con particelle 423 e 168, è di proprietà della chiesa di S. Trinita e S. Pancrazio in Firenze; mentre il Sacello al suo interno è di proprietà della famiglia Rucellai. Attualmente l’edificio presenta un avanzato stato di degrado soprattutto per quanto riguarda le lastre marmoree della pavimentazione. Il marmo bianco di Carrara e il verde di Prato hanno risentito notevolmente della presenza di umidità ascensionale proveniente dal sottosuolo. Ovviamente il rivestimento marmoreo del Sacello, soprattutto nelle parti più basse, ha risentito delle stesse problematiche del pavimento: 1. presenza di efflorescenze sul marmo bianco e sul verde di Prato dovute alla quantità di salnitro e ad un preponderante fenomeno di solfatazione (sali che risalgono per via capillare sul marmo); 2. polverizzazione del verde di Prato nelle zone più colpite dal fenomeno di solfatazione, con conseguente disgregazione del materiale. L'intervento proposto per arginare tali fenomeni sarà suddiviso nelle seguenti fasi: - Pulitura del pavimento in marmo per asportare le patine e le polveri presenti sulle superfici delle lastre; - Intelaggio di tutte le lastre marmoree, precedentemente numerate al fine di riposizionarle nella collocazione originaria, avendo maggior cura di quelle che si presentano frantumate in più punti. Sopra le tele verranno posizionate delle barre di acciaio per consentire l’aggancio e il sollevamento delle lastre. - Smontaggio, particolarmente complesso e delicato, dovrà essere eseguito con mezzi manuali e con l’ausilio di mezzi meccanici, avendo la massima cautela per non danneggiare le lastre marmoree e il sottostante pavimento in cotto; - Risanamento del sottofondo e eventuale realizzazione di un vespaio o di un gattoiolato di aerazione nel tentativo di impedire la risalita delle acque. Revisione dell’antico pavimento in cotto posto sotto l’attuale pavimentazione in marmo; - Ricollocamento, rimozione delle tele e pulitura del pavimento in marmo per mezzo di solventi alla nitro e impacchi di carbonato d’ammonio; - Stuccature nelle connettiture e nelle fessurazioni delle lastre con resina Cicloalifatica tipo il Templum-Stucco, opportunamente tradotte ai valori idonei da eseguirsi per mezzo di terre e ossidi naturali."

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