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Palazzo Busini - Bardi
Il "restauro" di palazzo Busini
Novembre 2005

Palazzo Busini-Bardi non è un condominio

"Si può fare ancora qualcosa per il Palazzo Bardi di Vernio in via de' Benci? La Città di Firenze davvero vuol lasciare alla speculazione immobiliare un gioiello della cultura rinascimentale, unico per le sue caratteristiche architettoniche e storico-culturali? Davvero il salone che ospitò le riunioni della celebre Camerata dei Bardi e nel quale ebbe origine il teatro musicale italiano e che fu sede delle prime riunioni dell'Accademia della Crusca deve trasformarsi in un salotto-cucina? In qualsiasi altra parte del mondo un simile "bene", monumento nazionale, sarebbe stato valorizzato come centro di cultura, museo, centro espositivo sul teatro d'opera. Ciò che sta accadendo al Palazzo Bardi è un vero scandalo. Chi si assume la responsabilità di tale scempio? "

Prof. Alessandro Magini - Direttore Centro Bardi

 

Segnalazione sul progetto di ristrutturazione e riuso in corso di Palazzo Busini-Bardi in Via de' Benci Firenze - Nulla Osta della Soprintendenza ai Beni Architettonici di Firenze

"I beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il carattere storico od artistico, oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione"

Art. 11, capo II della n.1089 del 1\6\39 recepito dal Testo Unico n.490/1999, art. 21 e art.20 Nuovo Codice dei BB.CC.

Noto lo stato di progetto, vista la situazione del cantiere e le informazioni arrivateci da professionisti, riteniamo doveroso segnalarVi una discutibile ristrutturazione che riguarda un edificio di eccezionale valore storico-architettonico del quale non si sono interessati gli organi d'informazione:

si tratta del restauro non conservativo di palazzo Busini-Bardi in via de' Benci a Firenze; edificio di attribuzione brunelleschiana di inestimabile valore storico. Costruito intorno al 1420-27, rappresenta una tappa fondamentale del rinascimento architettonico fiorentino ed è riconosciuto come tale da generazioni di studiosi. Insieme al coevo palazzo di Niccolò da Uzzano-Capponi delle Rovinate (Via de'Bardi) rappresenta il primo esempio di "Cortile d'Onore" di un architettura civile del '400. Il palazzo, in disuso da decenni, meritava di essere acquistato da un ente pubblico e destinato ad un riuso compatibile al sua carattere storico, non ultima la destinazione a museo come accadde nel dopoguerra per palazzo Davizzi-Davanzati. L'edificio è stato oggetto invece di un'ordinaria ristrutturazione alla stregua di una comune condominio di civile abitazione. I lavori sono stati iniziati con una DIA (Denuncia d'Inizio Attività secondo il dpr n.380/2001 Art. 22 (L)comma 3) unitamente al nulla Osta della Soprintendenza ai Beni Architettonici di Firenze e finalizzati ad una mera speculazione immobiliare: ricavare 21 appartamenti privati attorno al Cortile rinascimentale per il turismo d'elite fiorentino, vedi pubblicità dell'iniziativa da qualche tempo online: brochure e web http://www.palazzobardi.com

Professionisti in contatto con il cantiere ci hanno segnalato che si tratta di un restauro verosimilmente distruttivo e che gran parte dei materiali storici a partire dalle pavimentazioni stanno finendo in discarica. Purtroppo non stupisce che i lavori possano consentire il frazionamento in appartamenti di un edificio di attribuzione brunelleschiana, rimane tuttavia sconcertante che la prassi del riuso dell'edificio sia dettata esclusivamente dalle intenzioni del privato piuttosto che da una necessaria supervisione della Soprintendenza e delle Carte del restauro. Di questo costume abbiamo da tempo un corposo archivio tutto italiano di cui stiamo cercando di dare documentazione e pubblicazione. Tuttavia la cosa che ancora non ci è del tutto chiara è come sia possibile che tutto il patrimonio di conoscenza dell'università italiana con importanti professionisti del restauro, storia e progettazione finisca per rimanere inerte se non addirittura indifferente di fronte ad un cosi massiccio e generalizzato "assalto al patrimonio" che gli anni della patrimonio spa e del nuovo codice sui bb.cc hanno rilanciato in forme cosi proterve e monumentali ?

Vi chiediamo pertanto di dare seguito a questa segnalazione perché questo "buco nero "possa trovare luce e rappresentare un caso ripetibile di trasparenza ed informazione per altre amministrazioni ufficialmente "sensibili alla tutela del patrimonio".

Lorenzo Pagnini responsabile beni culturali Limen

 

Sottoscrivono il presente appello:

Prof. Alessandro Magini - Direttore Centro Bardi

Paolo Cecconi - Sindaco di Vernio, (PO)

Prof. Roberto Gargiani - École Polytechnique Fédérale de Lausanne

Prof. Giovanni Fanelli - Università di Firenze

Prof. Francesco Paolo Fiore - Università La Sapienza Roma

Prof. Donatella Calabi, Università IUAV di Venezia

Prof. Jens Niebaum - Bibliotheca Hertziana Roma

Prof. C. L. Frommel - Bibliotheca Hertziana Roma

Studio Gio.Ve. - Bologna

SIPBC - Società Italiana Protezione Beni Culturali

 

 

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