Conservazione Palazzo Scala della Gherardesca - Firenze Borgo Pinti
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Il caso

La recente vendita di palazzo Scala della Gherardesca da parte della Società di Metallurgia Italiana (SMI) ha avviato di fatto un delicato processo di ristrutturazione dell'edificio

"Questo autentico capolavoro dell'architettura rinascimentale fiorentina rimasto sempre chiuso al pubblico si avvia, con il passaggio di proprietà, a trasformarsi in un albergo a cinque stelle. La catena alberghiera internazionale Four Seasons ha in gestione l'edificio iniziato da Giuliano da Sangallo intorno al 1485 ed ha avviato da un paio di anni un complesso progetto di riuso. Il progetto iniziato dall' Arch. Roberto Magris è passato successivamente all'Arch. Noferi che attualmente è titolare dell'incarico. Il tema prevede per uso albergo il restauro funzionale dell'intero complesso dell' edificio con giardino partendo da: - nuovo accesso al giardino su viale Matteotti - Realizzazione di alcuni locali di servizio interrati di 4 mt di fronte alla facciata ovest sul giardino - Realizzazione ex novo di una rampa lato ingresso servizi - Riuso dell'intero giardino con organizzazione dei percorsi -

Un difficile riuso

Questo tema per la sua natura del tutto eccezionale è difficilmente compatibile con le funzioni di un albergo per molti motivi legati alla natura del sito, dell'intero parco annesso e soprattutto dell'edificio vincolato. Il contesto architettonico si presta invece particolarmente ad un riuso universitario, o quantomeno di una struttura pubblica polivamente. L'ambito dei lavori dichiarano esplicitamente la condizione del tutto eccezionale del committente e la grande quantità di spreco di spazio dovuta alle limitazioni del vincolo storico. Questo risulta evidente per le stesse caratteristiche architettoniche del sito e dello stesso edificio che ospita saloni di 250 mq evidentemente non frazionabili ne modificabili nel loro impianto originario ma utilizzabili per grandi aule, sala conferenze. il passaggio di proprietà che doveva essere l'occasione per la soprintendenza di un offerta di acquisto della pubblica amministrazione si è trasformato in un caso storico di discutibile gestione del patrimonio architettonico delle città. L'antico giardino Pinti, già Scala, annesso al palazzo quattrocentesco di Giuliano da Sangallo, è citato dalle fonti come uno dei più belli di Firenze.

Palazzi sec. XV
Palazzo Scala

Fig. 1 - Palazzo Scala della Gherardesca Firenze. - Planimetria dell'intera area urbana tra via Gino Capponi e Borgo Pinti, con il parco della Gherardesca e l'attuale via Alfonso Lamarmora. Questa parte di città era dedicata sin dai sec. XIV e XV a zona di verde con conventi e giardini. Molti conservati e recuperati nelle destinaziona attuale: dal Giardino dei Semplici a quello di Palazzo Capponi, al giardino del palazzo Guadagni-Duchi di S. Clemente. Il tema del progetto vanifica la potenziale struttura dell'area capace di riproporre una città universitaria dei Giardini.

Fig. 2 - Palazzo Scala della Gherardesca Firenze. - Planimetria dell'intera area con il parco della Gherardesca. Il tema prevede per uso albergo il restauro funzionale dell'intero complesso dell' edificio con giardino partendo da: - Nuovo accesso al giardino su viale Matteotti - Realizzazione di alcuni locali di servizio interrati di 4 mt di fronte alla facciata ovest sul giardino - Realizzazione ex novo di una rampa lato ingresso servizi - Riuso dell'intero giardino con organizzazione dei percorsi.

Fig. 3 - Palazzo Scala della Gherardesca Firenze. Planimetria dell'intera area con il parco della Gherardesca. Veduta di una parte parco annesso all'edificio. Sono illustrate le aree per la realizzazione di alcuni locali di servizio interrati di 4 mt di fronte alla facciata ovest sul giardino - Realizzazione ex novo di una rampa lato ingresso servizi - Riconversione della zona dell'ex-limonaia in palestra e centro per il fitness - Recupero dell'Orangerie - Costruzione ex novo di una piscina davanti all'Orangerie.

Archivio

Il Palazzo di Bartolomeo Scala, "taccuino romano" di Giuliano da Sangallo: le forme romane arrivano a Firenze

"Lo fece edificare, e se ne valse per uso di propria abitazione il chiarissimo letterato e storico fiorentino messer Bartolommeo Scala. Da' suoi discendenti passò nelle monache di San Clemente; da esse in monsignor Alessandro dei Medici arcivescovo fiorentino, e poi papa Leone XI; e finalmente nella nobilissima casa Della Gherardesca, la storica celebrità della quale non può ignorarsi da' dotti. Tutti questi proprietari hanno progressivamente migliorato il palazzo ed ampliato il giardino annesso in modo, che l'uno e l'altro, presi insieme, occupano una superficie di braccia 122.744" - F. Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico-artistica-critica della città e contorni di Firenze - Il progetto di Giuliano da Sangallo costituisce per il patrimonio formale del rinascimento fiorentino l'ambito di quello che si definisce "rinascimento laurenziano"riguardando il periodo del governo di Lorenzo de Medici.. I palazzi di Giuliano richiamano da vicino e inaugurano la contaminazione del vocabolario vitruviano che nel primo scorcio del sec. XV non fece scuola a Firenze. " il superamento del brunelleschianesimo non in nome di uno scontro frontale fra maniera fiorentina e maniera romana, bensi' snervando il linguaggio di Filippo in favore di complessi spaziali nuovi.. G. Morolli, Fi e il classicismo un rapporto difficile.

Trasformazioni

"L'antico giardino Pinti, già Scala, annesso al palazzo quattrocentesco di Giuliano da Sangallo, è citato dalle fonti come uno dei più belli di Firenze. Il conte Guido Alberto della Gherardesca agli inizi dell'800 trasformò il giardino all'inglese con viali, un laghetto artificiale e una piantagione di alberi d'alto fusto; l'architetto Giuseppe Cacialli progettò un tempietto ionico, con la volta decorata da Antonio Marini, e vi trovarono posto anche un kaffeehaus e un casino corinzio. Antonio Targioni Tozzetti ricorda che verso il 1844 arrivò da Napoli una pianta di mandarino. Nel 1857, il giardino ospitò la quarta Esposizione della Società Toscana di Orticoltura. Il contesto architettonico si presta invece particolarmente ad un riuso universitario, o quantomeno di una struttura pubblica polivamente. L'ambito dei lavori dichiarano esplicitamente la condizione del tutto eccezzionale del committente e la grande quantità di spreco di spazio dovuta alle limitazioni del vincolo storico. Questo risulta evidente per le stesse caratteristiche architettoniche del sito e dello stesso edificio che ospita saloni di 250 mq evidentemente non frazionabili ne modificabili nel loro impianto originario.

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