Conservazione Palazzo Medici-Riccardi - Firenze Via Cavour, già Via Larga
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Il caso

Il restauro della fronte di palazzo Medici: il primo intervento di pulitura dell'apparecchio murario dal dopoguerra

"Sono state smontate le impalcature sul lungo fronte del palazzo su via Larga (oggi via Cavour) a completamento di un lungo restauro della parete est dell'edificio. La pulitura ha interessato i conci di pietra Forte fortemente erosa da fenomeni atmosferici e dai residui carboniosi del traffico veicolare. E' il primo restauro che interessa l'apparecchio murario esterno dell'edificio michelozziano. La palese contraddizione di questa operazione conservativa riguarda tuttavia il piano del traffico del comune che continua a consentire il massiccio passaggio di veicoli davanti al palazzo di Cosimo il Vecchio... La situazione di Palazzo Medici e di tutta l'area rinascimentale intorno ad esso, di inestimabile prestigio storico ed artistico, è da 40 anni ormai tristemente nota: il palazzo è da sempre stato sottoposto a condizioni di conservazione e di abitabilità urbana " nevrotizzanti".

Destinaz. d'uso

"Tutto l'asse urbano trecentesco di via Cavour, nonostante l'istituzione della Z.T.L., versa in uno stato di conservazione di tutta evidenza. L'alto valore monumentale della zona che non si limita a riguardare le pertinenze dei palazzi non è mai stato preso in considerazione dalle amministrazioni comunali, provinciali ne tantomeno dalla regione Toscana che pur tuttavia ha sempre dimostrato attenzione verso gli strumenti di tutela e conservazione del patrimonio storico. Questo spazio urbano rimane dunque, come molti altri della città brunelleschiana, una forte contraddizione nell'esercizio degli strumenti di tutela e nel riconoscimento pieno dei fondamenti della Cultura della conservazione italiana: "le cose medesime non possono essere adibite ad usi non compatibili con il carattere storico od artistico, oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione, " ed ancora " il Ministro ha facoltà di provvedere direttamente alle opere necessarie per assicurare la conservazione ed impedire il deterioramento delle cose indicate negli articoli...ed anche " ..ha facoltà di imporre, per le cose di cui all'art.14, le provvidenze necessarie per assicurare la conservazione ed impedire il deterioramento" l'art. 11, capo II della 1089 del 1\6\39

Palazzi sec. XV
Palazzo Medici

Fig. 1 - Palazzo Medici-Riccardi Firenze. Prospetto della parte sinistra del palazzo. Il rilievo originale è stato curato in scala 1:50. Sono visibili: la loggia ad angolo - sulla sinistra - chiusa con le finestre inginocchiate, le tre fascie di bugnato digradante, le abbondanti cornici marcapiano sulle quali appoggiano le bifore rinascimentali di Michelozzo con colonnina centrale ed arme medicea sull'archivolto. Le finestre del 'palazzo fortezza' sono di notevoli dimensioni e partono dall'imposta delle arcate dei portali. Rilievo fotogrammetrico della fronte su via Cavour, Lamberto Ippolito, 1990. (A cura delle provincia di Firenze).

Fig. 2 - Palazzo Medici-Riccardi Firenze. Planimetria del nucleo quattrocentesco del palazzo mediceo con annesso giardino pensile. Sulla sinistra, ad angolo, la tessitura della pavimentazione della vecchia loggia d'angolo, successivamente tamponata per gravi motivi statici con le finestre michelangiolesche 'inginocchiate' . Al centro l'ingresso principale che da sul Cortile d'Onore scandito da tre arcate per lato.

Fig. 3 - Palazzo Medici-Riccardi Firenze. Veduta di Francesco Granacci con l'ingresso di Carlo VIII in Firenze nel 1494. A sinistra ben visibile Palazzo Medici nella sua proporzione originaria (prima dell'ampliamento riccardiano) con la loggia d'angolo ancora aperta, la panca di via, il bugnato e il colore originale della pietra Forte. In profondità le proporzioni di Via Larga con tutte le altre "palazzine" popolari che ovviamente spiccano per la lapalissiana modestia costruttiva e i prospetti ad intonaco.

Archivio

Il nuovo Palazzo di Cosimo il Vecchio: il muro bugnato e il Cortile d'Onore fanno il loro ingresso nella Firenze medicea

"Cronologicamente il tema di palazzo Medici precede quello per Giovanni Rucellai, stiamo parlando del 1444. La costruzione della nuova dimora di Cosimo sarà preceduta da una complessa trattativa tra committente e progettista nella quale il modello presentato da Filippo Brunelleschi fornirà un elemento di fondamentale importanza per gli sviluppi successivi. Nella nascita del palazzo rinascimentale fiorentino i costrutti umanistici brunelleschiani ebbero un peso determinante se non assoluto e il tema che Filippo ideò per il personaggio più influente della città di Firenze contiene una chiave di lettura indispensabile. Anche nell' ipotesi di attribuzione del progetto di palazzo Busini risulta evidente che le soluzioni architettonicamente rivoluzionarie in quel periodo in quel pesante clima tardogotico con molti che " facevano modelli contro " potevano nascere solo dalla mente di Filippo Brunelleschi. Il modello per Cosimo elaborato intorno al 1440 dunque, al di la dell'aneddoto tramandato rimane come idea Brunelleschiana e questo progetto, quale che sia stata la vicenda tramandata da cronisti, ha avuto molta influenza architettonica sulla genesi di palazzo Medici e per altri cantieri dell'epoca tra cui la soluzione dello stesso palazzo Pitti.

Brunelleschi

"Anche nell'ipotesi di attribuzione del progetto di palazzo Busini risulta evidente che le soluzioni architettonicamente rivoluzionarie in quel periodo in quel pesante clima tardogotico con molti che " facevano modelli contro " potevano nascere solo dalla mente di Filippo Brunelleschi. Il modello per Cosimo elaborato intorno al 1440 dunque, al di la dell'aneddoto tramandato la cui traccia principale può essere la seguente: "Fecie uno modello della casa, o vero palazo di Cosimi de' Medici, la quale aveva a essere situata in sulla piaza di S.to Lorenzo: che la porta del palazo si riscontrasse con la porta di S.to Lorenzo: edifitio forse che pochi ne sarebbe sopra la terra oggi, se si seguitava l'ordine di detto Filippo: ma parendo a Cosimo troppo sumptuosa spesa, lasciò detto ordine indrieto, ancora che poi se ne pentissi fortemente: perché Filippo avendo messo in quello tutto il suo ingegno, per sdegnio lo spezò: dicendo, che sempre a sua dì haveva desiderato di fare una opera rara, et li pareva essersi abattuto a uno, che la voleva, et poteva farla: et si dicie che mai fu visto tanto allegro, quanto nel tempo che fabbricava detto modello. Cosimo si pentì fortemente di non havere eseguitolo: et diceva, che non li parve mai parlare a huomo di maggiore intellighenzia: et molto di sé stesso si dolse"

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