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Torrione di F.G. Martini -
Cagli (PU) | sec. XV
Agosto 2015
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Torrione di Cagli in Restauro: cedimento del fossato. In restauro anche la 'Rocca Alta' con consolidamento e ricostruzione delle murature del progetto martiniano.

 

"Torre sopravvissuta della fortezza di Francesco di Giorgio Martini (Rocca di Cagli), parzialmente distrutta durante l'assedio del Valentino del 1502. Si tratta di un gioiello del piano di difesa voluto da Federico da Montefeltro per il ducato di Urbino. Il Torrione dopo vent'anni dall'ultimi interventi di restauro, si presenta annerito e con visibili presenze di vegetazione infestante nella muratura esterna. Il grande 'ovale'del 'torrione del soccorso' collegato mediante un corridore sotterraneo, soccorso covertocon la rocca alta (colle dei Cappuccini), ha subito il cedimento della palizzata in legno di contenimento del fossato. Il terreno, probabilmente per le infiltrazioni d'acqua e le abbondanti precipitazioni, ha perso di consistenza e ha ceduto, producendo il conseguente collasso dell'assito di legno e della palizzata lungo tutto il perimetro. Iniziati subito i lavori di messa in sicurezza e ricostruzione dell'intero emiciclo con la messa in opera di putrelle in ferro e lamiera grecata per il contenimento del terreno.

(L.b.c.)

Planimetria del Centro storico della città di Cagli e vista del 'rudero' della Rocca Alta sul colle dei Cappuccini con la parziale ricostruzione delle murature originali del progetto martiniano. In rosso la posizione del Torrione di Francesco di Giorgio Martini sul circuito murario appena dietro il Teatro delle Muse e via del Torrione. Tavola tratta dal piano particolareggiato del centro storico (1980). Fotografia della Rocca dei Cappuccini - Courtesy 'Luoghi del Silenzio.it'.

"Il torrione martiniano (pianta ovale), situato nella parte bassa della città nei pressi di porta Massara, è parte integrante del sistema fortificato della 'Rocca di Cagli' organizzato con una fortezza nella parte 'alta' (attuale colle dei Cappuccini) e un Torre nella parte 'bassa', a cavallo del circuito murario. Le due parti sono intimamente e strategicamente legate con un cunicolo a gradini che mette in collegamento il dislivello tra le due fortezze. Il sistema fortificato di Cagli era uno dei più aggiornati del Quattrocento insieme alla rocca di Mondavio e rappresentava una ideale realizzazione di macchina fortificata, esempio di interazione sistematica con il luogo e la viabilità storica. Nella fine dell'Ottocento le mura urbiche a ridosso del torrione furono abbattute per far spazio alla nuova viabilità della città risorgimentale unitamente al rinnovamento urbano del periodo post unitario, lasciando la fortezza tutto intorno isolata a costituire una forte presenza monumentale ai piedi del colle dei Cappuccini." 'Lbc'

Vista del Torrione con i beccatelli martiniani. Sullo sfondo la vegetazione della collina dei Cappuccini dove è collocata la rocca alta del sistema fortificato cagliese.

"Il torrione conserva inalterate le forme e i materiali del progetto martiniano quattrocentesco (pietra del Furlo e laterizio) e rappresenta, nonostante le trasformazioni urbane e le rivisitazioni del centro storico caratterizzate da episodi di restauro in stile, un buono stato di conservazione per una fortificazione del periodo tipicamente detto di transizione. La parte alta è caratterizzata da un ballatoio a beccatelli in laterizio e caditoie per la difesa piombante e la parte bassa con il poderoso muro a scarpa e cordolo nervato di disegno martiniano. Un edificio storico che ha sempre avuto un buon grado di 'visibilità' sin dai primi restauri degli anni Settanta e Ottanta con una accurata campagna di rilievo e il recente recupero del cunicolo di collegamento con la rocca alta (soccorso coverto). Sono in corso i lavori di restauro e ristrutturazione della fortezza del Colle dei cappuccini che consegneranno i lavori e una nuovissima terrazza panoramica per la prossima estate 2016. Dopo decenni dall'ultima pultura e manutenzione tutta la muratura esterna del Torrione presenta un diffuso fenomeno di annerimento dovuto al traffico veicolare. 'Lbc'

Dettaglio della fossato ricostruito secondo la tecnica descritta da Francesco di Giorgio Martini nel Trattato di architettura civile e militare del (1481). La palizzata in legno e l'assito hanno ceduto sotto la spinta del terreno. In opera la puntellatura provvisoria di contenimento.

"Il Torrione cittadino è stato progettato nel 1481, dall'architetto Francesco di Giorgio Martini.
Il torrione in origine era collegato con la Rocca; il complesso è ritenuto tra le più belle fortificazioni militari del Martini e la più esemplificativa della complessità dei nuovi temi militari, molti discussi alla corte di Federico da Montefeltro, alla fine degli anni '70 del 1400. La rocca di Cagli costituisce un episodio progettuale indubbiamente di grande rilievo, sia per la complessità dell'intervento, che per la qualità formale aggiunta.
L'imponente fortezza fu edificata per volere di Giovanni della Rovere e venne concepita come un sistema difensivo dai caratteri innovativi, contrassegnato da due poli: la rocca vera e propria che domina la città dall'alto dei colle dei Cappuccini, e un torrione sottostante, collegati tra loro da un lungo cunicolo sotterraneo.
La rocca superiore si presentava con un assetto planimetrico romboidale, con torri circolari e un alto mastio, tutti sprovvisti di coperture per permettere il piazzamento agevole di bocche da fuoco di medio e grosso calibro.
Durante la guerra tra Guidobaldo da Montefeltro e Cesare Borgia, nel 1502, gran parte della Roccafu raso al suolo, ne sopravvivono solo poche tracce."

Testo tratto da 'Comune di Cagli.ps.it'

"E' giunto fino a noi in ottime condizioni conservative: il torrione martiniano di forma ellissoidale, recentemente restaurato.
La struttura riflette quell'attitudine allo sperimentalismo formale propria dell'architetto senese, con l'abbandono delle mura circolari e il superamento delle precedenti teorie fortificatorie, ben visibile nell'esperienza di Sassocorvaro.
Sono presenti degli elementi ricorrenti del repertorio linguistico di Francesco di Giorgio Martini, come le lisce cornici in pietra e i beccatelli laterizi allungati.
Il torrione si eleva per 5 piani, raccordati da una scala semicircolare che raggiunge un ampio ballatoio sulla sommità.
Gli ultimi scavi hanno riportato alla luce alcuni elementi della Rocca, come: la base del puntone proteso verso la città con i due torricini tondi affiancati. Questi ritrovamenti hanno reso di nuovo praticabile il cunicolo di collegamento tra la Rocca e il Torrione difensivo, ridando così valore a questi reperti, gli unici rimasti in piedi dopo l'abbattimento della Rocca voluto da Guidobaldo, per evitare che cadesse in mano a Cesare Borgia.

Con l'ultimo restauro il torrione è stato adibito a sede museale e dal 1997 ospita il Centro di Scultura Contemporanea, nato sotto la direzione artistica del critico d'arte Fabrizio d'Amico."

Testo tratto da 'Comune di Cagli.ps.it'

A - Vista del fossato nella parte nord, in primo piano il colore rosa della pietra da costruzione, breccia del Furlo, sullo sfondo la vegetazione del Pincio. B - Particolare della palizzata di contenimento del fossato ricostruita secondo la tecnica descritta da Francesco di Giorgio Martini nel Trattato di architettura civile e militare. Visibile il cedimento dell'assito in legno sotto la spinta del terreno.

"L'idea di destinare il Torrione Martiniano a sede permanente di una collezione d' Arte Contemporanea, nasce su iniziativa dell'artista cagliese Eliseo Mattiacci a seguito del successo ricevuto dalla mostra "Pensieri Spaziali" (1989) che riuniva i maggiori nomi della scutura contemporanea: Pietro Coletta, Marco Gastini, Paolo Icaro, Hidetoshi Nagasasawa, Pino Pascali e lo stesso Eliseo Mattiacci , che hanno realizzato per l'occasione opere site-specific, confrontandosi con la monumentaleità della struttura architettonica. Con gli anni a questo primo nucleo si sono aggiunte opere di artisti emergenti e di fama internazionale presenti nei maggiori musei del mondo quali: Jannis Kounellis, Carlo Lorenzetti, Giulio Paolini, Giuseppe Uncini, Gilberto Zorio, Roberto Almagno, Ernesto Porcari, Adrian Tranquilli, Giovanni Termini, Giuliano Giuliani, Luigi Mainolfi e Giovanna Bolognini.
Tale collezione rispecchia alcuni dei linguaggi fondamentali che hanno caratterizzato la ricerca e la sperimentazione in campo artistico degli ultimi quaranta anni, dedicando una particolare attenzione all'uso di materiali poveri o di recupero, oppure attraverso lo studio dell'uso dei metalli per un'estetica in sintonia con lo spirito del tempo.
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Testo tratto dal sito ist. Provicia di Pesaro e Urbino

 
     
     
     
     
     
     
   
   
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