Conservazione Palazzo Grifoni - S. Miniato Via IV novembre a cura di CdSP
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Scheda Storica
Restauro in stile
Anastilosi
Il palazzo
G. di B. d'Agnoio
 

La ricostruzione

Restauro in stile di un palazzo storico: intonaco sulla facciata rinascimentale in mattoni mentali

La fronte rinascimentale in mattoni progettata da Giuliano di Baccio d'Agnolo per Ugolino Grifoni (1551). Il palazzo, capolavoro dell'architettura civile del Cinquecento in Toscana, mirabile sincretismo tra i materiali tradizionali del Valdarno Inferiore e i modelli del palazzo rinascimentale fiorentino ha subito la cancellazione della tessitura della facciata e di tutti i prospetti originariamente in mattoni. Alterata l'identita architettonica del palazzo costruito interamente in setti murari di laterizio. L'mportanza architettonica della facciata in mattoni è stata dimenticata in questi anni che ci separano dalla conclusione dei lavori di ricostruzione di questo palazzo. Auspichiamo che questa recensione e il successivo report sul caso possano stimolare un riconoscimento dell'importanza e del recupero de vecchio prospetto insieme a nuovi studi su di un palazzo rinascimentale, episodio di prima grandezza per cultura architettonica italiana: la conoscenza e l'attento studio dell'opera d'arte rimangono premesse indispensabili per tutte fasi progettuali.

Proprietà Carismi

L'operazione di ricostruzione del palazzo di Ugolino Grifoni a S. Miniato Alto a metà degli anni '90 per conto della nuova proprietà Carismi, alla luce della documentazione sul vecchio rudere raccolta dal Circolo di Studio, affronta un tema nodale del Restauro e della Cultura della Conservazione italiana: la trasformazione di caratteri architettonici di un edificio storico. La carta italiana del restauro 1972 ci dice che è necessario "conservare scrupolosamente le forme esterne ed evitare sensibili alterazioni all'individualità tipologica, dell'organismo costruttivo Stiamo parlando dell'intonacatura della facciata rinascimentale in mattoni decisa nell'ambito del progetto di ricostruzione del palazzo e di concerto con la Soprintendenza ai beni architettonici e ambientali di Pisa. Un dato questo ormai noto e riportato da tutte le recensioni sul palazzo nonchè facilmente documentabile dalle fotografie, sia in b\n, prima della seconda guerra mondiale, sia da quelle fatte da privati del rudere prima dell'inizio dei lavori. Ritrovare il tema di questo splendido edificio, poco recensito nel rinascimento toscano, dunque è stata la premessa per capire l'importanza delle sue caratteristiche architettoniche:"

Palazzi sec. XVI
Palazzo Grifoni

Fig. 1 - Palazzo Grifoni S. Miniato. Veduta prospettica dell'imponente palazzo che rompe il tessuto medievale nei pressi della Porta di Ser Ridolfo per creare una piazza privata antistante l'edificio. Lo spazio ricavato consente una vista prospettica completa e ne dichiara le caretteristiche tridimensionali e monumentali.

Fig. 2 - Palazzo Grifoni S. Miniato. Planimetria del vecchio rudere prima delle ricostruzioni della nuova proprietà Carismi. Sulla destra, verso la piazza, la parte demolita dalle mine tedesche nella Seconda guerra mondiale. Il progetto presenta una pianta ad ali simmetrica aperta sul paesaggio retrostante con una piccola corte esclusiva e un pozzo sul lato sinistro. Tav. Arcch. S. Lensi, B. Baldinotti, L. Gamucci.

Fig. 3 - Palazzo Grifoni S. Miniato. Rilievo del prospetto del palazzo allo stato di rudere. La fronte rinascimentale in mattoni progettata da Giuliano di Baccio d'Agnolo per Ugolino Grifoni era interamente in laterizio come tutti i cinque prospetti del palazzo ora intonacati dopo l'intervento di ricostruzione del 1996. Tav. Arcch. S. Lensi, B. Baldinotti, L. Gamucci.

Fig. 4 - Palazzo Grifoni S. Miniato. Particolare del portale d'ingresso con bugne in pietra serena, sormontato dall'arme dei Grifoni. A destra il timpano della finestra inginocchiata interamente ricostruita e realizzata ex novo su disegno delle membrature del rudere, parte sinistra del palazzo.

Archivio

Il nuovissimo Palazzo di Ugolino Grifoni, segretario del Duca Cosimo I e Gran Maestro di Altopascio

"Il nuovo Palazzo di Ugolino Grifoni in via IV novembre, terminato intorno. al 1554.. Giorgio Vasari nelle "Vite de' più eccellenti pittori scultori ed architettori …" parlando di Giuliano di Baccio d'Agnolo menziona il palazzo da lui realizzato a San Miniato al Tedesco per commissione di Mons. Ugolino Grifoni e lo definisce "cosa magnifica". Giuliano, figlio maggiore di Baccio d'Agnolo Baglioni, architetto e intagliatore fiorentino, era stato apprezzato dal Grifoni per le costruzioni che in quegli anni andava portando avanti a Firenze e dintorni. La costruzione di palazzo Grifoni iniziò nel 1551, "nel 1554 il palazzo sanminiatese fu condotto ad affare in parte perfezionato, e la parte imperfetta andò a finirsi a poco a poco fino al 1573, come resulta dai conti di Mes. Michele e dalle scritte dei manifattori che vi operarono". Baccio d'Agnolo opera nel tessuto medioevale della cittadina un taglio netto che interrompe la continuità del fronte stradale e, creando la piazza, permette la visione completa dell'armonica facciata.. Il palazzo di Ugolino Grifoni di San Miniato è considerato uno degli edifici più rappresentativi dell'intera opera di Giuliano di Baccio d'Agnolo e dell'architettura toscana tardorinascimentale.

Michelangelo

"Edificato ex-novo sull'area di due costruzioni trecentesche e di un tratto di mura del fortilizio Ser Ridolfo, l'edificio si presentava con pareti di mattoni a vista incorniciati nella facciata da bozze di bugnato in pietra serena. Può sostenersi l'ipotesi che alcuni disegni di Michelangelo Buonarroti siano alla base del progetto elaborato poi da Giuliano di Baccio d'Agnolo. istono forti analogie tra alcuni disegni e progetti di Michelangelo e la pianta del palazzo Grifoni a San Miniato, o le finestre inginocchiate della sua facciata, il tutto avvalorato dalla scritta autografa laltopascio, come era chiamato a Firenze Ugolino Grifoni a ragione della carica che ricopriva. Il carattere michelangiolesco dell'architettura si può avvertire chiaramente osservando la parete che da accesso alla corte: il richiamo alle soluzioni introdotte da Michelangelo con la costruzione della biblioteca Mediceo-Laurenziana (1523) è immediato. Per la realizzazione dell'edificio Giuliano si affidò a maestranze fiorentine, lo dimostra la vèra monolitica del pozzo del cortile interno. I mattoni per la costruzione del palazzo provenivano dalle fornaci attive a San Miniato in quel periodo, solo in un secondo momento fu necessario ricorrere al materiale ricavato delle antiche mura federiciane."

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Tav. Arcch. S. Lensi, B. Baldinotti, L. Gamucci | 1986 |

r e p e r t o r i o - C. H e r i t a g e - b u i l d i n g s ' - d a t a s h e e t s '

 

         

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